Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

domenica 14 ottobre 2018

Via le truppe Usa dall'Afghanistan? Se ne sarebbe parlato a Doha

E' ufficiale: il rappresentante speciale per l'Afghanistan Zalmay Khalilzad ha incontrato a Doha i rappresentanti ufficiali del movimento talebano. Ma cosa si sono detti? Un'indiscrezione di Al Jazeera sostiene che hanno iniziato a prefigurare un possibile negoziato sul ritiro delle truppe americane (quindi Nato) dal Paese. Ma come, dove, quando e in cambio di cosa? La notizia è vera o è solo l'intenzione di una delle tante fazioni del movimento?

Ieri il sito dai talebani ha scritto che: "The negotiation team of the Political Office of Islamic Emirate of Afghanistan – comprising the head of the Political Office the respected Al Haj Sher Muhammad Abbas Stanikzai, deputy of Political Office the respected Mawlawi Abdul Salam Hanafi and members of the Political Office Sheikh Shahabuddin Delawar, Qari Deen Muhammad Hanif, Al Haj Muhammad Zahid Ahmadzai and Muhammad Sohail Shaheen – met with the US negotiation team headed the US special representative for Afghanistan, Dr. Zalmay Khalilzad, on 12th October 2018 in Doha where they held a discussion about ending occupation and working towards finding a peaceful resolution to the Afghan conflict. The representatives of the Islamic Emirate identified presence of foreign forces as the greatest obstacle obstructing true peace and solving problems, adding that Afghanistan is an Islamic country and has its own Islamic values and culture. Keeping that in mind, efforts must be made towards a true and intra-Afghan solution. At the end both sides agreed to continue holding meetings in the future".

Per ora è certo solo che c'è stato  l'incontro di venerdi a Doha, riportato da diversi media e confermato dai talebani con un comunicato stampa e poi col messaggio sul sito. Ma se Al Jazeera ha ragione, si sarebbe già entrati nel vivo e non solo vagamente accordati per andare avanti con gli incontri in cerca di una soluzione. Gli americani, che hanno ormai accettato colloqui diretti con la guerriglia bypassando Kabul, avrebbero accettato di mettere in agenda il ritiro delle truppe, forse condizionato al controllo sulle basi aeree che sembra essere l'unico vero motivo della permanenza di 14mila soldati. Probabilmente se i talebani accettassero di lasciare agli Usa la base di Bagram e l'utilizzo di altre basi aeree come oggi è previsto da un accordo (il che consentirebbe loro di controllare l'Iran e i territori meridionali dell'ex pianeta sovietico) l'accordo si troverebbe. E la Nato, a cominciare dall'Italia, si accoderebbe.

Per adesso il nostro Paese ha deciso un ritiro di 100 soldati  (anziché 200 come aveva già deciso, senza metterlo in pratica, il governo Gentiloni) che è poco ma che è soprattutto poco se la notizia viene praticamente nascosta. Il pallino ce l'ha ora Donald Trump. Anche a nome di Roma

Nessun commento: