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venerdì 16 novembre 2018

Il freddo autunno del contribuente

La pace fiscale gialloverde che salva i ricchi e dà una manina ai poveri e cambia tutto senza cambiare nulla. UN'inchiesta a quattro mani con Veniero Rossi uscita su il manifesto del 13 novembre

Per sapere esattamente cos’è la cosiddetta “pace fiscale” varata dal governo si dovrà attendere la pubblicazione del testo definitivo del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019. Il provvedimento strombazzato da Lega e M5S, ancora al centro di emendamenti e polemiche su “manine” e condoni ai grandi evasori, comprende diverse misure: lo stralcio dei debiti con Equitalia fino a 1000 euro e una rottamazione per importi sopra i 1000, ossia il pagamento della somma più gli interessi ma senza sanzioni per cartelle affidate a Equitalia e Agenzia Entrate Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017 (si può pagare con rateazioni diverse); infine la dichiarazione dei redditi integrativa speciale al 20% fino a 100.000 euro e la definizione agevolata delle controversie tra contribuenti e fisco.


Posto, come si capisce, che la legge aiuta il grande debitore, vale la pena di concentrarsi sul piccolo, quello che – prima del decreto - usava già assai raramente l’“autotutela”, procedimento di protezione dell’Amministrazione che in caso di errori amministrativi e formali può sollevare il cittadino dal pagamento di cartelle errate: tuttavia, per applicarla, l’Agenzia aspetta che sia il cittadino a presentare ricorso per poi riconoscere l’abbaglio e annullare l’atto. In realtà l’autotutela conferisce un grande potere discrezionale al funzionario interno che decide se la contestazione sussiste o no, anche se un’amministrazione efficiente dovrebbe provvedere da sola a eliminare le cartelle viziate o errate, rendendosi così “equa” con tutti anziché apparire carente così come appare carente il roboante provvedimento di “pace fiscale” che promette in parte ciò che già è nel pieno diritto del contribuente. Ricordiamo infatti che la cancellazione dei ruoli fino a 1000 euro riguarda il periodo 2000-2010, atti dunque con anzianità anche di 18 anni! Documenti soggetti a prescrizione o a dubbi di nullità a prescindere dal provvedimento varato. Posto che l’“autotutela” è comunque un sistema complesso che conviene usare con l’ausilio di un professionista, cosa riserva adesso al contribuente medio piccolo il nuovo provvedimento?

L’enorme carico di lavoro nelle case comunali dove si ritirano gli atti di notifica può far sorgere il dubbio che un’ennesima “manina” - in previsione delle richieste - stia materialmente “accorpando” le cartelle, facendo di fatto superare la soglia. In questo modo l’attesa legge “annacquerebbe” la pax per tutti quei contribuenti che potrebbero accorgersi poi che nulla o poco è cambiato. Il decreto infatti non si propone di cancellare le cartelle errate per le quali nulla sarebbe dovuto, ma piuttosto di chiudere contestazioni vetuste o limitate ad atti che si sarebbero dovuti mandare al macero da tempo per tutta una serie di ragioni. La prima è indubbiamente il costo dell’attività di recupero. La seconda è che erano nate in una Italia diversa, con una diversa capacità fiscale e più tolleranza verso i meno abbienti mentre al contempo sfuggivano molti più contribuenti per via del più carente sistema di controllo. Di fatto il provvedimento offre adesso la possibilità di sanare con una lunga rateizzazione anche perché le misure più recenti erano divenute eccessivamente strette e anche il più volenteroso, non riusciva a stare al passo con le rate previste. Quel che la legge però non fa – oltre a cancellare motu proprio le cartelle controverse - è comunque ridimensionare il potere dell’Agenzia alla quale è permesso entrare nei conti bancari, nei luoghi di lavoro, nelle reti familiari allo scopo – certamente - di svolgere meglio il compito, ma che può finire per rendere troppo autonomo e autoritario un’ente dove paletti democratici e liberali ridotti salvaguardano solo funzionari e organi di controllo. Un rischio per il potere democratico di ritrovarsi una spina nel centro nevralgico delle risorse economiche indispensabili all’equilibrio contabile e agli obiettivi europei.

Non a caso, nella sua più recente relazione in parlamento, l’Agenzia ha lamentato lacci e lacciuoli che le impediscono di agire: “... debiti, per i quali, in ragione delle norme a favore dei contribuenti – quali la soglia minima per l’iscrizione ipotecaria, l’impignorabilità della prima casa, i limiti di pignorabilità dei beni strumentali nonché la limitazione alla pignorabilità di stipendi, salari e indennità relative al rapporto di lavoro e di impiego – sono inibite, o limitate, per l’Agente della riscossione le azioni di recupero”. La relazione dimentica i grandi vantaggi che già le sono riservati sia per modalità pratiche di notifica, sia per costi ribassati o nulli delle azioni di pignoramento e intimazione, oltre all’invidiabile possibilità di poter “sbirciare” sulle giacenze dei conti bancari e sul posto di lavoro. Sbrigarsela da soli, distinguendo tra cartella e cartella, è quasi impossibile e dunque rimane solo pagare. Inoltre spesso accade che l’ente eluda gli obblighi di informazione consegnando copie di documenti che non hanno valenza legale. Cosicché una volta dall’avvocato, si deve tornare sui propri passi per richiedere altri documenti assistendo al dilatamento dei tempi e al crescere dello sconforto assieme alla fila agli sportelli. Gentilezza e cordialità inculcati ai funzionari con corsi specifici di formazione, inducono lo sprovveduto a fidarsi tanto da creare un rapporto in cui le vittime finiscono a proteggere il carnefice.

E’ bene ricordare che l’80% del portafoglio è costituito da debiti creati da circa l’8% dei contribuenti che alle verifiche successive risultano essere nulla tenenti, falliti, defunti, o all’estero. A ben guardare, ne esce un Paese fatto di contribuenti virtuosi e per nulla evasori. Ma che alla fine, per 1000 euro, devono ricorrere a figure professionali capaci di mediare con l’Agenzia con un ampliamento dei costi che non faranno comunque dormire tranquillo il contribuente miracolato dalla pax gialloverde.

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