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venerdì 9 novembre 2018

Il razzismo della rete telefonica

Una volta c'era "il telefono la tua voce", vecchio spot della Stipel poi Sip quando si parlava con la
cornetta. Oggi, con smartphone e altre diavolerie, il telefono è invece la "loro" voce o meglio quella dei call center che smistano richieste, contratti, rimostranze. A parte la difficoltà di fare un reclamo (ma su questo ci soffermeremo un'altra volta) accade che risponda una voce registrata che ti dice che potresti ottenere una "...risposta dall'Albania" ma che se desideri parlare con qualcuno dell'Unione europea non hai che da dirlo. Op là, e la telefonata passa da Tirana a una città italiana.

Questa cosa mi da un terribile fastidio e la trovo una forma nemmeno tanto occulta di razzismo nonché una patente violazione del principio della globalizzazione, quello cui si ispirano le reti di telefonia che hanno call center risponditori anche in India. Si potrebbe controbattere che se devo segnalare un guasto in Italia è meglio un italiano ma se uno sapesse, come mi ha appena detto un tecnico, che gli operatori dei call center (cui va tutta la mia solidarietà) possono al massimo segnalare, che senso ha un italiano? Non solo, ma se mi risponde un olandese? Cosa ne sa della rete che passa da Crema? Consiglierei alle aziende di telefonia nazionale di abolire questo pessimo annuncio. Se hanno assunto qualcuno in Albania se ne devono poi vergognare? Mi pare una delle peggiori declinazioni di "prima gli italiani".




Aggiungo qualcos'altro. In quella che era la settima potenza industriale Internet funziona con la manovella. Nel Paese delle tre i caro a Berlusconi, la rete è piena di buchi, smagliature, interruzioni. Mi hanno appena attaccato alla fibra e il mio web va peggio di prima. Tempo per il passaggio tecnico? Quattro giorni e un numero infinito di segnalazioni con risposta via sms, di quelle a cui non puoi rispondere.  "E' tutto quel che puoi avere a Ca' delle Mosche", mi ha detto sempre lo stesso tecnico alludendo alla cascina dove abito alla periferia di Crema, una cittadina da 40mila abitanti dove internet funziona a pedali. Come rimpiango il Vietnam! Una volta siamo andati a bere un caffè in una locanda sul fiume dove non c'era l'acqua corrente e il locale erano due tavoli e tre panche. Ma in un angolo c'era un cartello con la password del wifi. Funzionava come a Crema neanche se lo sognano.

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