Gran parte della provincia nordoccidentale dello Sri Lanka ha visto un’ondata di violenze anti musulmane senza precedenti che ha costretto ieri il governo a imporre nuovamente il coprifuoco. Lunedi la misura escludeva altre aree del Paese ma da ieri sera coinvolge tutta l’isola e non solo il Nord Ovest, la provincia centro occidentale a Nord di Colombo al centro dei pogrom anti islamici di inizio settimana. Questa volta non si è trattato di una fiammata estemporanea o di qualche reazione emotiva troppo violenta come in altri episodi recenti quando un banale incidente – come accaduto una settimana fa a Negombo – aveva dato la stura a una sorta di caccia al musulmano. Il coprifuoco ha orari diversi nelle varie province.
La violenza scatta lunedi un po’ in tutta la provincia e a Kurunegala – specifica un quotidiano locale – un uomo di 42 anni resta vittima di uno dei tanti pogrom. Lo portano in ospedale ma Mohammed Ameer Mohammed Sally non ce la fa. Aveva ferite d’arma da fuoco. Il resto si fa con bastoni, coltelli e taniche di benzina. Fuoco alle moschee, ai testi sacri, ai negozi dei musulmani. La lista è lunga: a Kiniyama, centinaia di persone prendono d’assalto una moschea, distruggendo porte e finestre e dando alle fiamme il Corano. A Chilaw, negozi e moschee di proprietà musulmana vengono attaccati dopo una disputa via Fb. Incidenti a Hettipola. L’incendio di un pastifico a Minuwangoda senza che, dice il proprietario, la polizia intervenga. Ce n’è anche per i rifugiati: Sadaf, un dodicenne afgano, deve cercare rifugio dalla polizia, racconta Deutsche Welle. Gli era già successo dopo la Pasqua di sangue quando attentatori suicidi hanno ucciso oltre 250 cattolici. Lui e altri 150 ospiti di un campo profughi avevano dovuto cercare riparo in un commissariato... continua su atlanteguerre
Nessun commento:
Posta un commento