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mercoledì 4 novembre 2020

La piazza di Bangkok dice no

I dimostranti che da mesi manifestano contro il governo tailandese si si sono rifiutati di partecipare al Comitato di riconciliazione politica voluto del Parlamento, rifiutandolo come uno stratagemma voluto dal primo ministro Prayut Chan-o-cha per non sciogliere il governo dimettendosi. Lo scrive oggi il Bangkok Post facendo riferimento a una dichiarazione del Khana Rassadorn (Partito popolare), la sigla con cui è noto il movimento di protesta. Il comitato di riconciliazione è stato concordato dalla sessione parlamentare congiunta speciale il mese scorso come mezzo per risolvere i problemi politici evidenziati dalle continue proteste guidate dagli studenti contro il governo. Anche se da qualche giorno le piazze tailandesi sembrano (apparentemente) più tranquille, la polemica politica, gli arresti e il tentativo di riarrestare i leader della protesta usciti di prigione sabato scorso su cauzione, cosi come le tensioni e gli scambi di accuse tra fedeli della corona e manifestanti, continuano intanto a scaldare gli animi.... 

(continua su atlanteguerre)

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