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venerdì 30 luglio 2021

La scuola di giornalismo della Fondazione Basso vista da un docente

Una lezione del direttore M. Torrealta
H
o appena letto le valutazioni degli studenti del corso dell'anno scolastico e devo dire che mi sono
commosso. Alcuni di loro hanno accompagnato la valutazione con una frase non di rito che mi ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che per me frequentare la scuola, anche se in veste di docente, è una delle più belle attività che ogni anno accompagnano quella parte di inverno che, obtorto collo, mi tocca passare in Italia. Ogni anno il corso è una piccola scommessa: cosa posso aggiungere - mi chiedo - e cosa non ha pienamente soddisfatto i miei studenti? Non tutte le valutazioni infatti sono positive e c'è un "sufficiente" che mi obbliga a rifarmi la domanda. Insegnare è uno dei mestieri più difficili che esistano: non tanto e non solo per quel che si sa (e non si sa) ma perché è difficile tenere alta la tensione e quindi l'attenzione. Difficile non essere banali e difficile non ripetersi. Ogni anno è una scommessa. E' un po', insomma, come andare in diretta alla radio: avete gli appunti e conoscete il mestiere ma c'è quella magia che è il buio oltre il vetro del vostro pubblico. Adrenalina. L'unico rimedio alla tensione della diretta.

Spero comunque che questa magia si ripeta nuovamente. La scuola di giornalismo della Basso non è solo un corso completo di formazione che risponda, mi sembra alle esigenze, che il mercato del lavoro richiede oggi (saper scrivere ma anche girare, fare i podcast, montare un servizio....). E' anche una scuola che si basa su sani principi e su una storia forte iniziata dai suoi fondatori e proseguita dai tanti (come dimenticare Linda Bimbi?) che quei valori portano avanti. Anche il giornalismo ha i suoi valori e le sue regole. Ignorarle è una furbizia che non paga.

Ecco dunque il link per dare un'occhiata al bando 21-22 con l'invito a iscrivervi. Purtroppo la cifra richiesta non è piccolissima (seppur meno della media delle scuole di giornalismo) ma potete informarvi tra chi l'ha frequentata se ne vale la pena. Per me si, ma questa è un'altra storia....

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