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giovedì 13 marzo 2008

AFGANA: UN'IDEA PER USCIRE DAL CONFLITTO


Riporto due articoli dalla stampa italiana di oggi: dal Riformista e dal Manifesto (l'articolo è uscito anche su http://www.lettera22.it/) . Danno conto di "Afgana" una realtà in Italia che tenta di fare sull'Afghanistan un discorso un po' più sensato che non quello che di solito si finisce a fare quando si rifinanziano le missioni militari. Lo scopo di Afgana (http://www.afgana.org/) è quello di dimostrare che in Afghanistan non ci sono solo soldati, talebani, signori della guerra e poveracci analfabeti che si limitano a subire. Prova a dare un senso alla parola "società civile" identificata come soggetto che agisce e come risorsa. Ecco i due articoli, stringati ma efficaci. Su http://www.afgana.org/ trovate di più
Buona lettura (la foto in alto a sinistra è di Romano Martinis)

LA SOCIETA' CIVILE BATTE UN COLPO Il Riformista 13/3/08
Almeno due fantasmi si sono materializzati in questi giorni sullo sfondo tragico del conflitto afgano. Il primo ha battuto un colpo nella riesumazione francese, qualche giorno fa a Bruxelles, della Conferenza internazionale sull'Afghanistan. Una vecchia idea italiana, come lo stesso Bernard Kouchner ha riconosciuto, rivitalizzata dal nuovo corso muscolare di Sarkò. Ma Parigi è stata avara di dettagli se non che la conferenza si terrà in Francia. Su quali contenuti, con quale strategia, con che finalità resta tutto da chiarire. Né lumi sono arrivati da Roma, madrina di un'idea fattasi sempre più sbiadita ancorché sia stata l'unica proposta di un qualche peso che potesse far intravedere il primato della politica sulla sola opzione militare, rivelatasi quantomeno incapace, come ammettono persino i think tank americani, di curare un malato che anziché guarire sembra aggravarsi. Il secondo fantasma, che ha battuto invece un colpo a Roma, è quello della società civile locale che ieri, materializzata da volti e corpi in una conferenza stampa congiunta con la piattaforma di “Afgana” (una rete di associazioni, accademici, cittadini italiani), ha segnalato quantomeno che in Afghanistan non ci sono solo talebani e signori della guerra ma un segmento, probabilmente piccolo e soprattutto fragile, che seppur criticamente si relaziona col governo e con la comunità internazionale. O che vorrebbe farlo visto che non c'è un solo documento della Nato che ne citi almeno l'esistenza. Questi signori e signore sono medici e avvocati, volontari e ricercatori, persino religiosi. Vorrebbero contare di più e dire la loro, forse suggerendo qualche nuova strategia. Chiedono – si legge sulle agenzie – di parlare alla Conferenza di Parigi. Chissà che da due fantasmi non venga partorita alla fine qualche nuova idea

LE RICHIESTE DI AFGANA:CANDIDATO ITALIANO PER UE A KABUL E 15 MINUTI PER PARLARE A PARIGI Il manifesto 13/3/08
Quinidici minuti di intervento alla Conferenza Internazionale di Parigi sull’Afghanistan, in programma per giugno, e il sostegno di un candidato italiano come inviato speciale dell’ Ue a Kabul. E’ quello che chiedono i rappresentanti della società civile afgana e italiana, che ieri a Roma hanno presentato la risoluzione adottata al termine di una conferenza di pace svoltasi a Kabul il a fine gennaio. Un documento in 19 punti, redatto dai membri della società civile locale - che riunisce rappresentanti di diverse realtà del Paese, oltre che i capi clan e i capi religiosi - insieme alla piattaforma italiana “Afgana”. Tra le priorità indicate nel documento, il sostegno alla revisione del mandato UNAMA in stretta collaborazione con il governo afgano, la fine della missione Enduring Freedom, il rafforzamento del ruolo delle Nazioni Unite, delle organizzazioni non governative e della società civile afgana, e il loro coinvolgimento nella cooperazione, ricostruzione e riconciliazione nazionale del paese. La risoluzione chiede inoltre di evitare danni ai civili e prevedere la compensazione di eventuali vittime in rispetto degli standard prescritti dalle leggi internazionali sui Diritti Umani (J.T.)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ottima iniziativa

Anonimo ha detto...

Ottima iniziativa si e grazie ad Emanule Giordana unico giornalista ad approfondire tematiche relative alla società civile afghana, spero che questi approfondimenti vengano recepiti anche dalla stampa nazionale.
buon lavoro a tutti