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venerdì 27 giugno 2008

SCUSATE L'INTRUSIONE

Non ho potuto ovviamente ancora vedere il film di Baldoni ITALIAN DREAM che mi sono permesso di suggerirvi in un'orgia di narcisismo. Pero', e non sono io a dirlo ma il Messaggero, la pellicola vale la pena. Di seguito la nota di un recensore di rango inviatami da un'amica (mi dicono ne sia uscita una anche su il manifesto ma a Kabul non lo vendono)

Una fiaba nera virata su tinte acide. Una metafora del nostro presente chiassoso e confuso girata senza giudicare, anzi provando ad amare un po’ anche i personaggi più cialtroni. Il ritorno dell’autore di Strane storie, con il suo stile svelto e irridente, divaricato tra satira, fumetto, schizzo surreale. Insomma un film, Italian Dream, che non somiglia a nient’altro e alla fine si perde un po’ per strada, ma prima mette in campo trovate bizzarre e immagini sorprendenti (il “kit del disoccupato” distribuito dal governo; quel maialino che passeggia sui mosaici del Foro Italico...). Al centro di tutto c’è un italiano archetipico, ottimista, vitale, bugiardello, giocatore, padre di famiglia. Ma soprattutto sognatore. Il sogno di Antonio (uno stralunato Ivano Marescotti), portiere di notte in un albergone, sposato alla pazientissima Silvia Cohen, è quasi ingenuo: aprire un hotel-ristorante tutto suo nella modernissima e affluente Londra. Per farcela stringerebbe un patto col diavolo: e il diavolo, forse, arriva. Anche se a vederlo è un pingue riccone (Teco Celio) che gira in Jaguar circondato da indiani col turbante e si dice sicuro che Antonio debba ucciderlo... Il resto, fra pedinamenti, delitti, reincarnazioni, fughe d’amore e d’affari, non si racconta. Ma sarebbe bello, prima di concentrarsi sui significati, poter credere un po’ più alla fiaba (F. Fer.)

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