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sabato 25 ottobre 2008

LA PIAZZA, LA SPERANZA E IL METRO DELLA CIVILTA'


Questa mattina sono stato svegliato dagli slogan di un corteo: “Ce n'est q'un debut....”. Non ho potuto fare a meno di correre in strada ed ero emozionato, lo ammetto. Mi son chiesto allora, vedendo sfilare quei ragazzi che hanno adesso 15 anni come li avevo io nel 1968, se non si trattasse di una mia sindrome nostalgica di cinquantenne per i bei tempi della giovinezza andata. Ma non era così: la nostalgia è sempre un sentimento controverso specie se applicato alle categorie della politica. Pericoloso. No, non era nostalgia, era speranza. Quei ragazzi mi hanno ricordato che l'indignazione per quanto accade in questo paese si può anche esprimere e non solo su blog e (pochi) giornali. Per strada. E che per strada la speranza diventa forza, reazione, cambiamento possibile. Questo dicevano quei 500 ragazzi senza slogan né bandiere di partiti politici ma con un solo un cartellone: "Cavour (il nome della scuola) presente". Passeggiata per bigiare? Non credo perché perché per chi non è interessato, uno sciopero è l'occasione per andare al cinema. E' sempre stato così. E quando queste cose accadono spontaneamente, è sempre un bel segnale. E' la testa che si muove. Col cuore e con le gambe.

Seguendo in questi giorni le vicende studentesche mi sono imbattuto, come forse qualcun altro tra voi, nell'intervista che Cossiga ha rilasciato a un giornale. Cosa ha detto? Stentavo a crederlo ma potete dare un'occhiata alle dichiarazioni rilasciate al Quotidiano nazionale nelle quali , a un imbarazzato cronista, un presidente emerito della repubblica si esercitava in consigli al ministro degli Interni rispetto agli studenti universitari: "....lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.... Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri...le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà...mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano..."(il grassetto è mio).

Cossiga non mi è mai piaciuto molto ma qui ha passato ogni limite. Scherzava? Non pare e comunque questi scherzi non si fanno specie se si è rivestita la più alta carica dello Stato. Ma quel che più mi ha colpito è che ieri alla Sapienza alcuni studenti, dopo aver letto il QN, volevano scrivere sul muro “Kossiga boia” col K e alcuni studenti lo hanno impedito. Questa è civiltà. E l'intervista di Cossiga? Questa è inciviltà. Peggio incitamento alla violenza e all'odio. Configura un reato penale se lo dicessi io. Immaginatevi se lo dicesse da Parigi Oreste Scalzone rivolto alla polizia. Apriti cielo. E invece? Invece Cossiga può dire una cosa assolutamente indegna e nessuno (pochi) si indigna. Civiltà contro inciviltà. Delle parole che, non caso, qualcuno ha detto possono essere pietre.

In certi momenti bisogna conservare la calma, come hanno fatto i ragazzi della Sapienza. Ma di questi tempi frasi così non dovrebbero passare inosservate, girando al più nel regno dei blog. Dovrebbero essere una pietra dello scandalo come quelle dette dal premier quando parlava della polizia nelle università e invitava noi giornalisti a riportare fedelmente le sue parole, salvo poi ritrattarle. Ma non mi pare che Cossiga abbia ritrattato.

Insomma per qualcuno le manifestazioni degli studenti sono un atto violento e ingiustificato. Per me sono un segno di speranza. Quando qualcosa si muove dal profondo della società, dalle sue basi e arriva a contagiare un quattordicenne, un ventenne o un cinquantenne, c'è speranza che qualcosa accada. Che una parte di questo paese si risvegli dal suo torpore. Chissà

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci siamo indignati noi, anche se contiamo poco! E se vedi il video nel mio blog (http://orientalia4all.net/post/di-pietro-cossiga-e-mentalmente-vecchio), indignato è stato pure Di Pietro, anche se è poco carismatico e troppo terrone per essere tenuto in seria considerazione. Secondo me Cossiga è un po' tocco.

Anonimo ha detto...

è ora di svegliarsi.
Sono d'accordo.Stiamo dormendo cullati dal rumore dell tv accese. Che ci ripetono che va tutto bene, la crisi è momentanea e il nostro problema è la sicurezza. Addosso allo straniero messo pure nelle classi differenziali. Evviva l'esercito per strada. Ma se questo è il mio paese io voglio credere in un brutto sogno. E voglio credere che tutti noi per strada serviremo per aprire gli occhi.