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sabato 25 ottobre 2008

SI TORNA A PARLARE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA



La Croce rossa continuerà ad essere un'organizzazione che ha rapporti molto stretti con il governo italiano. Se ne riparla in questi giorni. Ricordando i suoi capitoli più bui, iniziati in Iraq nella primavera del 2003 quando alla testa della Cri c'è un avvocato di Sulmona che dà la sterzata decisiva

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Il capitolo più buio della Croce rossa italiana è associato al nome del suo penultimo commissario straordinario, l'avvocato Maurizio Scelli. Lo scenario è quello dell'Iraq che scopre di essere un paese in guerra anziché una nazione liberata. E Scelli si distinguerà, come mai prima era successo, per schiacciare l'operato della Cri su quello del governo italiano, facendo carta straccia dei tre capisaldi dell'entità creata dal filantropo svizzero Henry Dunant nell'800: neutralità, indipendenza, imparzialità.
Il primo intervento della Cri in Iraq apre in realtà un capitolo nuovo dell'intervento umanitario in tempo di guerra: e salda esigenze di propaganda governativa all'operato di un'organizzazione che dovrebbe tenersene alla larga per mandato. L'idea prende corpo nella primavera del 2003. Viene concepita tra le stanze dei dicasteri di Difesa ed Esteri, retti al tempo dai ministri Martino e Frattini, e di Palazzo Chigi, dove nella sala comando c'è Gianni Letta, buon amico di Maurizio Scelli (anche se poi, in una famosa audizione al Comitato parlamentare di controllo sui servizi nel settembre del 2005, lo scaricherà). E' facile dunque per Scelli suggerire l'invio di un ospedale da campo di alto profilo tecnologico a Bagdad, segno tangibile dell'italico buon cuore. Martino spiegherà in parlamento che "...la vigilanza interna dell'ospedale è affidata ad un'unità di trenta carabinieri.... primo segno concreto della presenza militare italiana in territorio iracheno, con evidenti scopi umanitari...".
La scelta dell'ospedale militarizzato non passa però inosservata nella comunità degli esperti di diritto umanitario e tra le Ong italiane (Un ponte per...tra le prime). E varca la frontiera, sollevando polemiche nella sede centrale della Croce rossa internazionale a Ginevra... Leggi tutto su Lettera22.

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