Ecco una buona domanda cretina. Perché girare il mondo quando le storie più belle le trovi sotto casa?
La risposta non è nemmeno da tentare tanto la domanda è autarticamente e provincialmente idiota, ma è pur vero che sotto casa ce n'è di ogni. La via Giulia, a Roma, è un piccolo tesoro di belle storie: gentiluomini e banditi, aristocrazia e plebe della vecchia Roma, uffici e manicure (due negozi) e il piccolo grande bar di Gianni e Alfredo, quest'ultimo passato a miglior vita – ma lui forse si sarebbe soffermato ancora – qualche settimana fa nel rimpianto generale della Via.
E si perché la Via Giulia è un po' più di una via. Forse è un distretto. Intanto per il nome, che viene da quella gens di romana imperiale memoria. Eppoi perché è una via splendida zeppa di palazzi e di stratificazioni sociali.
Ora, in quella via trafficava Stoppini, il trasportatore. La sua fortuna, mi narra al Bar di Gianni e Alfredo un antico antiquario della via (che ora abita a Montesacro), fu l'epoca d'oro degli antiquari romani, tra gli anni Settanta e gli Ottanta, quando correva il debito pubblico e l'inflazione consigliava di spendere e investire,. In beni immobili, certo, ma anche in mobili.
Ora succedeva che l'antiquario avesse comperato da un rigattiere o da un privato quel tal trumeau o quella scrivania Luigi non so che, ed ecco che Stoppini arrivava e la portava al negozio. E via 50mila. Ma esposta nella lucente vetrina di Via Giulia, resisteva un giorno. Inseguito dalla furia del debito pubblico, qualcuno la comprava. Ed ecco che Stoppini gliela portava a casa. Ed eran 100mila. Vedi che in un giorno, lo Stoppini (come si direbbe a Milano, con l'articolo davanti al nome o al cognome) in un giorno si faceva anche un milione: “un mijone”, come si dice qui. Gianni racconta Stoppini (che “fu”) come un uomo che non conosceva sabati né domeniche e nemmeno cinema e divertimenti. Aveva un motto, mi dice l'antiquario: “bìgna sparambià”. Che tradotto ai posteri significa bisogna (contratto) risparmiare. E giù a portar mobili.
Il figlio di Gianni, che ai tempi dello Stoppini era un ragazzo, dice che come trasportatore era un fenomeno. “Aveva- racconta - un callo sul collo. Una placca dura, sulla quale caricava ogni cosa”. La forza di un leone. Stoppini, trasportatore a Via Giulia.
il credit della foto del "mascherone": http://www.morelli.it/foglio/giulia/default.htm
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