
La vicenda che ha fatto scoppiare la rivolta dei “ravidasi”, i seguaci del mistico medievale Ravidass – un uomo che predicava il contatto diretto tra l'uomo e la divinità e noto esponente del movimento devozionale antiliturgico della Bakhti - è stata l'uccisione a Vienna di uno degli esponenti di spicco del Sach Khand, il movimento dei “ravidasi”. E' stata la morte violenta del guru Sant Ramanand, la cui sede era proprio Jalandhar, ucciso da fondamentalisti sikh contrari alla sua predicazione, a scatenare in India la fortissima protesta del movimento. Il sant'uomo è stato attaccato nel tempio dedicato a Ravidass nella capitale austriaca da sei uomini armati di pugnali e pistola e, colpito a morte, è deceduto ieri in ospedale. Almeno un'altra quindicina di adepti sono stati feriti nell'assalto degli ultraortodossi sikh.
“Per quanto piccolo – spiega l'asiatista Marco Restelli, tra gli autori di “I sikh storia e immigrazione” e creatore del webmagazine "MilleOrienti" - il movimento del Sach Kand raccoglie in India diverse migliaia di persone sparse in diverse zone del paese. E' un movimento...di frontiera, se così si può dire, tra sikhismo e induismo e infatti, sebbene la terra dei Sikh sia il Punjab, la sede centrale dei ravidasi si trova a Benares. Si tratta di un movimento devozionale che per i sikh ortodossi, quelli del Khalsa (termine persiano che significa “puro” e del quale si fregiano i sikh ortodossi ndr), è in realtà nulla più che una setta...
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