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giovedì 11 giugno 2009

SCONTRO A TEHERAN

46 milioni di iraniani domani alle urne per scegliere il presidente. Mai come questa volta, la tornata elettorale è stata vissuta con tanta attenzione e vivacità: sul piatto non c'è solo la scelta di un leader ma il rapporto con gli Stati uniti, la sfida nucleare - che resta un tema molto sentito da elettori e candidati - e l'economia, che viaggia in acque agitate facendo dilagare lo scontento popolare

Manifestazioni in piazza, botta e risposta televisivi con accuse al vetriolo, dichiarazioni di protagonisti del paesaggio politico-religioso in un turbinio di vivacità elettorale senza precedenti. Se il buon giorno si vede dal mattino, alla vigilia del voto che dovrà dire chi sarà il prossimo presidente iraniano, la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad non appare più così scontata come sembrava solo qualche settimana fa. Gli osservatori sono concordi: se l'ex sindaco di Teheran e forse il più controverso capo di stato che l'Iran abbia avuto ce la farà al primo turno, i giochi saranno chiusi di nuovo e per molto tempo per i riformatori o comunque per chi si oppone al suo pugno di ferro. Ma se si dovesse andare al ballottaggio, l'opposizione, incarnata dal riformatore moderato Mir Hossein Mussavi che i sondaggi vedono in salita, potrebbe anche farcela.

L'esito delle elezioni, dicono gli analisti, dipenderà dunque molto dall'affluenza alle urne e, in particolare, dalla capacità di attrazione di Mussavi su quel milione di giovani (in Iran due terzi della popolazione hanno meno di 30 anni) che in passato è rimasto a casa, protestando in silenzio senza recarsi alle rune. Anche se un milione di voti non è tutto, su 46 milioni di aventi diritto alla decima elezione presidenziali della storia della Repubblica islamica, il voto giovanile potrebbe fare la differenza sia in un caso che nell'altro. Quel che è certo è che, mai come questa volta, la tornata elettorale è stata vissuta con tanta attenzione e vivacità: sul piatto non c'è solo la scelta di un leader ma il rapporto con gli Stati uniti, la sfida nucleare - che resta un tema molto sentito da elettori e candidati - e l'economia, che viaggia in acque agitate facendo dilagare lo scontento popolare.

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