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venerdì 7 agosto 2009
CIVILI SOTTO TIRO
La guerra in Afghanistan fa altre vittime civili. Per mano talebana e per un ennesimo raid aereo americano. Un gruppo di persone, tra cui donne e bambini, sono rimaste vittime mercoledi di una bomba nascosta lungo il ciglio di una strada nel distretto di Germsir, nel Sud dell'Helmand una delle provincie più conflittuali del meridione afgano. Una gruppo di persone si stava recando a un matrimonio su un carro trainato da un trattore quando il mezzo meccanico è incappato nell'ordigno probabilmente nascosto dai talebani per colpire un convoglio militare. Ma, come spesso capita in questi casi, a farne le spese è stato un gruppo di afgani e afgane che stava andando alla festa nunziale. In un primo momento era stato fatto un bilancio di oltre venti vittime che in seguito è stato ridotto a cinque (tra cui due donne e due bambini) più altri cinque feriti...
Nella provincia di Kandahar invece, quattro o cinque contadini afghani che stavano caricando, un paio di giorni fa, cetrioli sopra un camion sono stati uccisi in un raid aereo americano. Alla denuncia di Niaz Mohammad Sarhadi, governatore del distretto di Zherai, ha risposto una portavoce americana che ha confermato l'attacco ma ha affermato che si trattava di insorti che caricavano munizioni: sull'incidente è stata avviata un'indagine cui partecipano anche funzionari Onu.
La guerra insomma non arretra e se, in vista delle elezioni, aumenta il numero di attacchi con mine o ordigni artigianali (nel distretto di Nadali, sempre nell'Helmand, cinque poliziotti sono stati uccisi ieri da una mina mentre un soldato americano è morto per l'esplosione di una bomba stradale nell'Afghanistan occidentale), miete vittime anche l'operazione Khanjar, che da inizio luglio vede 4mila marine impieganti soprattutto nell'Helmand. Dell'offensiva si sa poco ma due fatti emergono chiaramente: i bombardamenti aerei continuano ad essere utilizzati mentre aumenta la risposta talebana con i cosiddetti Ied ( improvised explosive devices), bombe artigianali nascoste lungo l'asse stradale. Solo nella ultima settimana – ci spiega un funzionario internazionale – ci sono state nel Sud del paese 64 vittime civili (uccise soprattutto da Ied) e solo negli ultimi sette giorni, sempre in quest'area del paese, si sono verificati 79 diversi “incidenti” con un aumento del 14% rispetto alla settimana scorsa- Un trend confermato da un rapporto dell'Onu diffuso qualche giorno fa a Kabul secondo cui il numero delle vittime civili nei primi mesi del 2009 è aumentato del 24% rispetto allo stesso periodo del 2008, con un bilancio di oltre mille innocenti uccisi.
A far la parte del leone sono i talebani (400 vittime) ma il dato non è consolante visto che 200 morti sono imputabili a raid aerei occidentali e 289 sono stati i civili uccisi negli scontri tra forze anti governative ed eserciti (afgano e occidentali).
Il dato militare dunque continua dunque a essere il più rilevante e il tema delle vittime civili – oggetto di buona parte della campagna elettorale per le presidenziali che si tengono tra un pugno di giorni – resta in agenda benché, sia i talebani sia gli americani, abbiano ufficialmente detto che faranno di tutto per diminuire gli “incidenti” che finiscono alla fine per uccidere soprattutto non combattenti. Gli americani lo hanno reiterato più volte e dovrebbe essere uno dei temi del rapporto che il generale Mc Christall – che comanda sia le forze Usa sia quelle Nato in Afghanistan – dovrebbe presentare al presidente e al Congresso. Il suo “che fare” avrebbe dovuto essere pronto per metà agosto ma pare che la presentazione verrà rinviata: alcuni media hanno però già anticipato il cuore del dossier che dovrebbe tradursi in un piano per rafforzare l'esercito afgano (attualmente 86 mila uomini col supporto di 80mila poliziotti), che nelle intenzioni note dovrebbe crescere fino a 134mila soldati. Ma il generale prevede invece un incremento rilevante delle forze di sicurezza nel loro complesso che dovrebbero arrivare, combinate, a un totale di 400mila addetti. Ma non certo a costo zero: la cifra necessaria stimata dell'intera operazione su cinque anni sarebbe di circa venti miliardi di dollari. Molti si chiedono chi li metterà.
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