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lunedì 7 settembre 2009

NUMERI


L'agenzia afgana Pajhwok riporta oggi che il raid aereo del 4 settembre nel distretto di Charadra (Kunduz) sarebbero tra 60 e 70 stando a quanto sostiene Afghanistan Rights Monitor (ARM) ma, secondo quanto ripostato nei giorni scorsi sempre da Pajhwok, potrebbero essere 150 i civili uccisi nel bombardamento. Dal canto suo, Abdul Wahid Omarkhel, governatore del distretto settentrionale di Chardarah citato dall'agenzia Aki, oggi ha rivelato che sarebbero 130 le vittime del raid Nato nella provincia di Kunduz, secondo le informazioni in suo possesso Testimoni hanno raccontato all'agenzia Pajhwok che sul luogo dell'attacco, a Haji Aman, non si trovavano talebani, dileguatisi dopo aver dato via libera alla folla per prelevare la benzina dalle autobotti dell'Isaf che avevano precedentemente rubato. Per Javier Solana, capo delle diplomazia Ue, è un “episodio terribile”. Il segretario generale della Nato Andres Rasmussen promette “piena luce”. Il ministro britannico David Miliband sollecita un'inchiesta rapida che l'Isaf dice già in corso. Ma né le parole di Solana né quelle di Rasmussen o di Miliband consolano o rassicurano. La ricostruzione è come sempre difficile e a poco servono le veline ufficiali, al solito fuorvianti e scarne. Il presidente Karzai è lapidario: “Colpire i civili, in qualsiasi modo, è inaccettabile”.
Domani il cancelliere Angela Merkel riferirà in parlamento. Al momento la Germania difende la sua richiesta di interento dall'aria

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