
Spesso i militari pagano per i politici e questo sembra il caso del generale tedesco che evidentemente non aveva nascosto al suo ministro la dura verità. Ma ormai Franz Josef non è più al governo e dunque tocca a Wolfgang fare il bel gesto.
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Generali, dicevamo. Un altro generale, il comandante di Isaf e delle truppe Usa Stanley McChrystal, deve sentirsi bruciare la sedia sotto le natiche. Se, dopo l'atteso pronunciamento di Obama (mercoledi prossimo), la strategia americana dovesse fallire, prima del presidente a pagare sarà lui. McChrystal è un personaggio particolare. Ha delle orecchie luciferine e proprio bello non è, ma ha un viso che ispira fiducia e rivolge spesso discorsi agli afgani via Tv: in parte parlando dari, la lingua nazionale che qui sanno un po' tutti. E' attento ai particolari McChrystal tanto che, subito dopo la strage di Kunduz, andò in televisione e, immediatamente dopo, si recò – era la prima volta che un generale del suo rango lo faceva – sul luogo del delitto. E' lui l'uomo che si è impegnato a diminuire la strage di civili anche se, è bene dirlo, vi è riuscito solo in parte. Quando parla tiene sullo sfondo le bandiere di Isaf e della Nato, come a rimarcare che non è un generale americano e che finalmente ha posto fine alla controversa presenza di Isaf ed Enduring Freedom che adesso, praticamente, non esiste più.
Si presenta in Tv in un abito (militare) un po' casual, se non addirittura trasandato: divisa da campo e maglietta salvasudore un po' stortignaccola come quelle lavate troppe volte. Né berretti né fanfare (né l'alta divisa che vedete nella foto) anche se, a dirla tutta, sembra un po' irrispettoso del suo pubblico pur se l'intento evidente è di apparirgli amico, pronto a stringerti la mano e ad aiutarti.

La sua richiesta di 40mila soldati ha messo in difficoltà Obama che avrebbe preferito una soluzione più politica. Ma adesso che, a quanto pare, gliene darà 30mila, McChrystal non avrà più scuse. Ad avviso di molti – e umilmente anche a mio parere – i 30 o 40mila di McChrystal non serviranno a molto. Quel che preoccupa è il vuoto politico dietro l'arrivo di nuovi soldati che, neanche in 100mila, cambierebbero la percezione degli afgani che la nostra presenza serva a poco rispetto alle promesse fatte. Il consenso è sempre più al lumicino, per gli occidentali e per il nuovo governo uscito dalle elezioni farsa. Non credo che qualche migliaio di soldati in più (per ogni combattente tre servono, se va bene, la logistica) cambieranno le carte in tavola. Frankly speacking, come direbbe il disinvolto generale McChrystal
1 commento:
Sperando di aver fatto cosa a lei gradita porgo i miei più sinceri saluti.
Luigi
http://www.reportonline.it/2009112738572/politica/generali-vittime-civili-e-il-buio-di-kabul.html
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