Da un mese alla testa delle truppe Nato e americane in Afghanistan, il generale David Petraeus ne ha davanti a se altri quattro. Quelli che lo separano dalla conferenza in Portogallo della North Atlantic Treaty Organization. Per quella data, l'uomo che ha sostituito Stanley McChrystal sul campo, deve dimostrare che la nuova strategia della Nato in Afghanistan sta ottenendo risultati. Ma qual'è la nuova strategia di David Petraeus e, soprattutto, quanto è in linea con ciò pensa Obama, l'opinione pubblica americana e i parlamentari del Congresso?
Che in Afghanistan il bastone del comando risieda a Washington non è una novità, ma proprio la nebulosa che lo circonda è forse uno degli elementi più preoccupanti. Per ora le idee chiare in Afghanistan sembrano averle soprattutto gli afgani: Karzai e i talebani. Il resto del mondo procede alla spicciolata. Gli europei si limitano a dichiarazioni vaghe e procedono in ordine sparso: i britannici hanno già una data per il ritiro delle loro truppe che, iniziando nel 2011, si dovrebbe concludere nel 2015; in Belgio il governo Balkenende è caduto sul voto che riguardava la missione militare e gli olandesi stanno facendo le valige dal fronte. Fuori dall'Europa, i giapponesi hanno detto stop alla loro missione militare (sono molto attivi sul fronte civile) mentre i canadesi intendono cominciare il ritiro l'anno prossimo. Ma il punto vero è cosa faranno gli americani? Una domanda che al momento non ha ancora una risposta.
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Nella foto "Notturno afgano" di Romano Martinis
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