Ci sono un paio di immagini che mi porto indietro da Kabul. La prima è il Pashtunistan Hotel, che affaccia su uno degli ingressi del mercato a pochi metri dal glorioso Spinzak Hotel e da vari ministeri (Giustizia, Telecom, Educazione). Il Pashtunistan è vietato agli stranieri e siamo stati osservati con sospetto quando abbiamo chiesto di vedere le stanze. Ma dopo esserci seduti a un tavolino del suo prezioso balcone, da cui si vede il fiume e l'animato scorrere della vita del bazar, l'atmosfera si è rasserenata. La gente ha cominciato a scherzare e a offrirci da bere. Il fatto che ci fossimo seduti ha rotto il ghiaccio e fradiciato i sospetti. Il tè viene ancora servito nei bicchieri tipo duralex (oggi sono made in Indonesia) che si usavano negli anni Settanta e la teiera è di quelle in metallo colorato che si utilizzavano allora e che, l'ultima volta, avevo visto solo a Kandahar una decina di anni fa. Un pezzo di Afghanistan perduto resiste al Pashtunistan Hotel, nel centro della capitale.
L'altra immagine è quella di Lisa che non porta il velo. La faccenda è stata oggetto di dibattito per giorni. Se noi non usiamo il velo, perché dovremmo metterlo in Afghanistan? Per rispetto, si è detto, così come non andiamo in giro in pantaloni corti. Ma più di un afgano (anche se si trattava di afgani colti, laici e progressisti) ci ha detto che no, in realtà non offendiamo nessuno. Gli afgani sanno che da noi il velo non si usa e dunque accettano (cosi era negli anni Settanta) la differenza culturale. Di più: secondo loro, non portare il velo significa anche dimostrare che è possibile farlo. E questo rafforzerebbe il desiderio che molte donne hanno di toglierlo 8in città, specie nel centro, il burqa è quasi scomparso).
Certo, questa regola vale a Kabul e forse in altre zone del paese. Ma nella stessa capitale ci sono luoghi e luoghi. Al mercato degli uccelli ad esempio, in pieno bazar, Lisa era senza velo e si era immediatamente creato un capannello di persone che ci guardavano un po' di traverso. Offesi? Incuriositi? Non saprei, ma Lisa ha rimesso il velo e ce ne siamo andati di fretta. In certe aree della città e dunque anche nel bazar, vive molta gente arrivata dalla campagna, spesso da aree fortemente tradizionaliste e dunque il velo è argomento sensibile. Inoltre, ci ha suggerito un afgano, che ci fa uno straniero al mercato degli uccelli (dove si comprano pernici da combattimento)? La cosa suscita stupore e curiosità e, direi anche, la sensazione di essere spiati da noi occidentali. Che gli afgani cominciano a mal sopportare
Qualche prezzo: un tè al Pashtunistan costa 10 afganis. Una corsa da lì a Wazir Akbar Khan vale 100 afganis. Una seduta dal barbiere altri 100 e 200 se barba e capelli. Quanto costerà il Pashtunistan Hotel?
Nessun commento:
Posta un commento