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giovedì 22 settembre 2011

IL COLORE VERDE DELLA PERUGIA ASSISI

Domenica parte da Perugia sino ad Assisi la storica marcia della pace pensata da Aldo Capitini. Cinquanta anni fa

A dar risalto al verde dei colori che compongono la bandiera della pace ci pensa Vittorio Cogliati Dezza. Siamo alla presentazione, ieri a Roma, della tre giorni pacifista che culminerà, domenica, nella Marcia Perugia Assisi che quel giorno compirà 50 anni. Cogliati Dezza ricorda che i temi della pace e quelli dell’ecologia sono strettamente legati e che non è solo la battaglia sul clima o il degrado delle periferie urbane che spinge chi ha a cuore l’ambiente a una marcia per la pace: c’è il tema dei diritti, ricorda il presidente di Legambiente, che si coniuga con l’attualità stretta di queste ore a Lampedusa, dove si trovano centri di detenzione per minori: un’aberrazione giuridica – dice - contro cui ha senso fare quella passeggiata che non ha dunque solo uno scopo commemorativo. E’ un punto su cui battono in tanti, come Paolo Beni dell’Arci, quello di cinquant’anni da festeggiare tutt’altro che in termini celebrativi.

E questa marcia lunga mezzo secolo – un terzo della storia d’Italia potremmo dire – sembra riempirsi ogni anno di più di contenuti – lavoro, risorse, beni comuni, conflitti – e soprattutto di azioni. Una marcia non per celebrare ma per fare. A cominciare, spiega Flavio Lotti della Tavola della pace, da quel meeting con 4mila ragazzi che aprirà questa “edizione speciale” della Perugia Assisi. Quattromila giovani, sottolinea Roberto Natale del sindacato dei giornalisti, che corrono il rischio, tanto per cambiare, di essere ignorati da una stampa distratta che magari osserverà la marcia solo per vedere (con le dovute eccezioni come lo speciale di Rai3 del prossimo 3 ottobre) se c’è il tal politico e di che partito e che, se non c’è, perché non c’è?

In un Paese che ha bisogno di risorgere da un cumulo di macerie – ambientali, economiche, sociali – la marcia della pace è un tassello ineludibile di una forza che per farsi sentire deve scendere in strada: quella della società civile. Molti forse non ci faranno caso a quelle 200mila persone che si prendono la briga di fare 24 chilometri a piedi. Io si.

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