Visualizzazioni ultimo mese

Cerca nel blog

Translate

venerdì 28 dicembre 2012

POLITICA ESTERA, LA CENERENTOLA DEL PROF MONTI


Se la politica estera è sempre stata la gran Cenerentola del Belpaese, nell'agenda Monti non fa maggior figura anche se il sotto capitoletto “L'Italia a testa alta” comincia così: «Una parte rilevante dell'azione di governo è stata dedicata all'azione sul fronte internazionale...». Della sua visione del mondo abbiamo già detto in un precedente post. Ma non c'eravamo soffermati sull'Europa, il vero cavallo di battaglia, abbastanza scontato, del professore.


La Ue campeggia sin dal titolo dell'Agenda: “Cambiare l'Italia, riformare l'Europa”. Come? Ovviamente nel segno di banche ed economia se «Le conclusioni del Consiglio europeo del 13 – 14 dicembre 2012 segnano l’avvio di un cammino per la costruzione di un’autentica Unione economica e monetaria basata su una più intensa integrazione fiscale, bancaria, economica e politico istituzionale». La politica? Se si può concordare sul fatto che «il prossimo Parlamento europeo dovrà avere un mandato costituzionale» e che «il rifiuto del populismo e dell’intolleranza, il superamento dei pregiudizi nazionalistici, la lotta contro la xenofobia, l’antisemitismo e le discriminazioni sono il denominatore comune delle forze europeiste», possibile che, tra i tanti aggettivi e sostantivi, Monti si dimentichi il termine solidale? C'è un riferimento a «una maggiore attenzione alla inclusione sociale e alla sostenibilità ambientale» che detta però da un governo che ha il record di cassintegrati e disoccupati, che ha scelto il modello Marchionne e che a Taranto ha bloccato l'azione dei magistrati, suona quantomeno stonato.

E in fatto di ambiente
il governo Monti ha fatto esattamente il contrario di quanto l'Agenda promette: «Le regole – scrive il professore in grassetto – devono essere chiare e ragionevoli...ma bisogna essere intransigenti verso chi le viola». Il suo esecutivo infatti si è distinto nel far rispettare all'Ilva ogni regola e costo di bonifica, oltre a introdurre il silenzio assenso anche per le aree vincolate, mettendo a rischio territori e paesaggio. Ma questa è un'altra storia, anche se a ben vedere c'entra proprio col dettato comunitario.

Nessun commento: