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sabato 5 gennaio 2013

ANCORA SUI MARO'

I marò italiani sono tornati in India. Nella blog sfera, il post che viene letto di più oggi è la ricostruzione davvero impeccabile che della vicenda fa Matteo Miavaldi di Chinafiles, un gruppo di free lance associati davvero in gamba, sul blog di Wuming. Si intitola: I due marò: quello che i media (e i politici) italiani non vi hanno detto. Il post è talmente cliccato che spesso nemmeno si apre. Circola da stamane via twitter e merita davvero una lettura. "Decostruisce" il racconto eroico/esotico/post orientalista, per dire pane pane, vino al vino, anche se la verità risulta antipatica.

Il loro rientro smentisce comunque la mia ipotesi sulla possibilità che l'Italia potesse non mantenere l'impegno di restituirli. Meglio così. E adesso, come ho già scritto, la galera non la auguro mai a nessuno soprattutto se, come può essere avvenuto, si è trattato di un maledetto incidente e mi auguro per loro che la cosa si risolva per il meglio anche se, purtroppo, nessuno restituirà più la vita ai due pescatori indiani. Ma la storia merita comunque una riflessione: sia sul patto scellerato che mise i marò su un mercantile, sia su come l'amor patrio giochi brutti scherzi al giornalismo nostrano che, quando si tratta di soldati, tende a chinare il capo.

2 commenti:

Giulio Maria Raffa ha detto...

Caro Emanuele,
seguo sempre con piacere il Suo blog, ma anche questa volta, come un'altra in passato, non sono d'accordo con quanto scrive.

In particolare, non riesco a capire come Lei trovi "davvero impeccabile" la ricostruzione del caso "Enrica Lexie" a cura di Matteo Miavaldi.

Matteo Miavaldi sostiene argomentazioni prive di fondamento e, mi sembra, ricche di pregiudizi.

Soltanto un paio di esempi:

1) «(...) l'Enrica Lexie si trovava a 20,5 miglia nautiche dalla costa del Kerala, nella cosiddetta “zona contigua”. Il diritto marittimo internazionale considera “zona contigua” il tratto di mare che si estende fino alle 24 miglia nautiche dalla costa, entro le quali è diritto di uno Stato far valere la propria giurisdizione.».

Miavaldi confonde la nozione di acque territoriali con quella di zona contigua. Potrebbe partire dalla lettura dell'articolo 33.1 della UNCLOS (United Nations Convention on the Law of the Sea) per scoprire quale sia il grado di controllo che uno Stato possa esercitare nei confronti di una nave in tale zona: "1. In a zone contiguous to its territorial sea, described as the contiguous zone, the coastal State may exercise the control necessary to: (a) prevent infringement of its customs, fiscal, immigration or sanitary laws and regulations within its territory or territorial sea; (b) punish infringement of the above laws and regulations committed within its territory or territorial sea."
Dove rientrebbe il caso Enrica Lexie?

2) Come fa ad essere un' "impeccabile ricostruzione" se non parla mai dell'immunità funzionale dei nostri due soldati che stavano svolgendo cd. acta iure imperii?

Lei, caro Giordana, scrive: "Ma la storia merita comunque una riflessione(...) su come l'amor patrio giochi brutti scherzi al giornalismo nostrano che, quando si tratta di soldati, tende a chinare il capo."

E' davvero sicuro di non scorgere, forse, nell'"impeccabile ricostruzione" di Miavaldi molti dei pregiudizi che affliggono l'altra buona (?) parte del giornalismo nostrano?

Non sarebbe ora che il giornalismo nostrano si informasse un po' di più prima di inondare i lettori di malainformazione?

Ad esempio, perché non leggere quest'articolo? www.lex.unict.it/cde/quadernieuropei/giuridiche/39_2012.pdf o quest'altro? (specialmente l'appendice in fondo) www.iai.it/pdf/Oss_Polinternazionale/pi_a_0044.pdf

Un saluto cordiale,
Giulio

Anonimo ha detto...

@ Giulio Maria Raffa

l'altroieri la corte suprema indiana ha trasferito la pratica da un tribunale statale del Kerala a una corte federale di Nuova Delhi scrivendo nel dispositivo della sentenza esattamente quel che lei giudica falso nell'articolo di Miavaldi. Vada a leggere, su Giap hanno linkato.