Ieri
mattina sono andato con Mario
Dondero, cui devo il piacere di questa scoperta, a un incontro
che si svolgeva nella 10Bphotography,
un centro polifunzionale dedicato alla fotografia dove, in questi
giorni, è allestita una mostra di Paul Fusco sull'eredità di
Chernobyl che è un vero pugno nello stomaco (l'ingresso è
gratuito). Questo spazio, che si trova nel suggestivo quartiere
della Garbatella di
Roma, è stato fondato dal fotogiornalista Francesco
Zizola, che lo dirige, e da Claudio Palmisano, un esperto e
docente universitario che si occupa di immagine digitale. E' uno
spazio "interamente
dedicato alla fotografia professionale, con particolare attenzione
alla fotografia d'autore. Una delle peculiarità del progetto -
recita il manifesto del polilaboratorio - consiste
nel coordinare in un’unica sede quattro distinti ambiti di
attività: la Galleria, il Laboratorio fotografico, la Comunicazione
visuale su piattaforma digitale e la Formazione, puntando in tutti i
casi sulla qualità dell'offerta".
A
parte le immagini di Fusco, che sono incredibilmente profonde in
questo terribile percorso del dolore che sono gli effetti
dell'incidente nucleare del 1986 (l'ultima immagine è dedicata
al grande sarcofago di cemento che tenta di contenere la
fusione), è il luogo in sé - e la sua funzione - la vera
sorpresa. Soprattutto, l'obiettivo che si pone. In questo spazio
espositivo le foto, tanto per cominciare, non si vendono. Secondo,
non siete invitati per dire "che bello scatto!" (oppure "ma
che obiettivo avrà mai usato?") ma per riflettere. Qui di
spazio per l'estetica ce n'è poco, fatta esclusione per lo spazio in
sé che è invece molto curato, ben arredato e con i
segni evidenti di un recupero architettonico minuzioso
e rispettoso. Personalmente ritengo che questa avventura vada seguita
con attenzione, sia che amiate la fotografia, sia che amiate pensare
e non vogliate dimenticare - a colpi di sytreetjournalism e
voyeurjournalism, di foto "curiose" o scatti di prominenti
glutei femminili - la grande lezione del fotogiornalismo:
raccontare quanto più possibile la verità cedendo soltanto al
vostro sguardo di esseri umani. Anche se raccontarla -
e guardarla - può far male.
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