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giovedì 3 ottobre 2024

Il nostro ricordo di Gianni Rufini tre anni dopo


 
Amnesty International, ActionAid e Oxfam, in collaborazione con Medici Senza Frontiere, sono lieti di invitarti all’evento “Dialoghi su pace e diritti. Giornata in ricordo di Gianni Rufini” che si tiene domani a Roma venerdì 4 ottobre 2024, dalle ore 9.30 alle 17.30, allo Spazio Europa in via Quattro Novembre 149.

Una giornata ricca di spunti di riflessione e confronto sui temi delle guerre, delle crisi umanitarie e dei diritti delle persone migranti, argomenti che Gianni Rufini ha sempre sostenuto con passione e impegno. Per Lettera22 partecipiamo io e Paola Caridi
L’evento si concluderà con la consegna del “Premio Gianni Rufini per l’attivismo sui diritti umani,” conferito da Patrick Zaki.
Per accreditarti sarà sufficie

lunedì 30 settembre 2019

Incontro con l'Asia. Al cinema

ASIATICA FILM FESTIVAL
 INCONTRI CON IL CINEMA ASIATICO

20esima edizione di  Asiatica

1 - 10 ottobre 2019 Cinema Nuovo Sacher e

WeGil Largo Ascianghi, Roma

Compie 20 anni e torna a Roma dal 1 al 10 ottobre 2019, Asiatica. Film festival, incontri con il cinema asiatico, al Nuovo Sacher e al WEGIL, in una rassegna di premières mondiali, europee e italiane alla presenza degli autori dei film in competizione. Sono oltre 30 le opere presentate in questa 20esima edizione, provenienti da 18 paesi tra Asia e Medio Oriente e 9 saranno in competizione. In programma due anteprime mondiali e molte anteprime europee. Asiatica presenta tutti film visti in Italia per la prima volta... Leggi tutto

Al WeGil, il 2 Ottobre alle  11.00  Ugo Papi ed io presenteremo  “Il miracolo Asean – Un catalizzatore per la pace” di Kishore Mahbubani, Jeffrey Sng

martedì 28 maggio 2019

Ritorno al cinema (indonesiano)

L'occasione è stata il 70esimo anniversario dei rapporti tra Italia e Indonesia che oggi ha visto nella bella ambasciata della capitale un incontro istituzionale col sottosegretario Manlio Di Stefano, lo Iai e alcuni buoni conoscitori della regione tra cui l'ottimo Pietro Masina dell'Orientale. Ma al di là di questi incontri - comunque importanti nelle relazioni fra i due Paesi - credo che sia stata un'ottima idea che l'ambasciatrice Esti Andayani  e la PusbangFilm abbiano scelto di far precedere l'aspetto  istituzionale da un incontro col cuore di questo grande e splendido Paese. E cosa poteva farlo meglio di una rassegna cinematografica di una settimana (INDONESIAN CINEMA DAYS) affidata a Italo Spinelli che da anni seleziona, scopre (e filma) tutto ciò che si muove nella vasta area asiatica? La scelta è stata rigorosa (e coraggiosa) per i quattro giorni romani (dal 23 al 26 maggio, qui il programma) con un unico difetto: peccato che solo il pubblico della città eterna abbia avuto accesso a un cinema che ha fatto passi da gigante - come temi, tecnica, idee - anche se resta ristretto agli adepti dei festival in un Paese che all'Asia ha sempre rivolto uno scarso interesse se non con luminose eccezioni.

La rassegna (di cui ha parlato anche il Jakarta Post da cui ho tratto lo scatto che riproduce un  momento della discussione tra Spinelli e due attori e un produttore indonesiani)  è stata un'occasione anche per me. Non solo per i film (che nemmeno ho potuto vedere tutti) ma per tornare su un mio vecchio amore, l'arcipelago indonesiano,  tanah air kita, la "nostra terra d'acque" come gli indonesiani chiamano il proprio Paese con 17mila isole allungate su poco meno di due milioni di kmq su cui vivono quasi 270 milioni di persone. Questi incontri mi obbligano a pensare e anche a tentare di capire quanto questo Paese è cambiato. Anche grazie a una conversazione domenica in chiusura dell'evento con Antonia Soriente, asiatista dell'Orientale,  e Spinelli.


Secondo la Banca mondiale "...l'Indonesia è la quarta nazione più popolosa del mondo, la decima più grande economia in termini di parità di potere d'acquisto ed è membro del G-20. Paese emergente a medio reddito, ha fatto enormi progressi nella riduzione della povertà, riducendone il tasso a più della metà dal 1999..." (9,8% nel 2018). Tra gli analisti si dice infatti che la sua crescita ne farà la sesta o la settima potenza economica mondiale nel giro di qualche anno. E in effetti, i grandi imperi si basano su due elementi soprattutto: terra e popolazione. L'Indonesia è più popolata della Russia anche se non ha molta terra e questo significa di per sé avere un grande mercato interno a disposizione. E' però  penalizzata, per essere un mondo insulare, da due fattori: l'acqua e le isole. Oggi però la difficoltà di comunicazione è diventata un nodo che la telematica sta superando rapidamente mentre l'inclusione dell'Indonesia nel progetto della Via della seta marittima aiuterà l'esportazione dei suoi beni. Va aggiunto che l'Indonesia, un Paese instabile e a lungo vessato da spinte centrifughe, ha fatto passi avanti in questa direzione assai più di altre nazioni. La sua influenza e importanza dunque (anche per via dell'elemento religioso) crescerà.

Così le turbolenze di questi giorni non devono trarre in inganno ma vanno semmai situate all'interno di una guerra (fredda per ora) che si sta combattendo per il primato internazionale non dunque solo sulla scena nazionale dell'arcipelago. Non credo infatti che gli incidenti dei giorni scorsi a Giacarta si possano collegare solo ad elementi endogeni. Ne dico uno per tutti: Jokowi è un aperturista. Prabowo Subianto un nazionalista identitario fortemente anti cinese. Credo siano elementi che vanno considerati. Sarebbe come far finta che quanto avvenne negli anni Sessanta fosse solo un fatto interno...

mercoledì 7 novembre 2018

Tanti auguri Lettera22


I 25 anni di Lettera22 a Roma
Leggi l'articolo di Luciana Borsatti per Articolo21 che racconta dell'incontro al Salone dell'editoria sociale di Roma nei giorni scorsi

giovedì 1 novembre 2018

Lettera22 festeggia 25 anni al Salone dell'Editoria sociale di Roma

Gli appuntamenti all'edizione 2018 (dal 2 al 4 novembre - Testaccio, Roma)

Venerdi 2 novembre


12.30 -14
Sala A
Lettera22 e 46° parallelo
PRESENTAZIONE del libro
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO, Terra Nuova edizioni 2018
Intervengono
Raffaele Crocco direttore Atlante delle guerre
Emanuele Giordana Lettera22
Andrea Pira giornalista
Junko Terao giornalista

Sabato 3 novembre mattina

12.30 – 14.00
Sala B
Rosenberg & Sellier e Lettera22
TERRE DI CONFINE E STORIE DI FRONTIERA
PRESENTAZIONE del libro SCONFINATE
a cura di Emanuele Giordana, Rosenberg & Sellier 2018
Intervengono
Anna Maria Giordano giornalista
Emanuele Giordana curatore del libro
Simone Pieranni giornalista
Modera
Paolo Affatato Lettera22

Sabato 3 novembre pomeriggio

16.15 – 17.45
Sala B

Lettera22 e Collettiva
RACCONTARE GLI ESTERI
Al tempo della crisi e dei populismi
Un dibattito in occasione dei 25 anni di Lettera22, in ricordo di Mauro Martini

Ne discutono le giornaliste
Paola Caridi
Tiziana Guerrisi
Shelly Kittleson
Lucia Sgueglia
Junko Terao

Modera
Giuliano Battiston direttore Lettera22 e responsabile del Salone
Con gli interventi dei soci di Lettera22


Leggi tutto il Programma del Salone

domenica 21 ottobre 2018

Italia/Afghanistan. Storia di un disinteresse



Questo articolo è 
un  contributo
 al un dossier sulle elezioni afgane
 uscito il 18 ottobre su ispionline




Per capire l’orientamento dell’Italia nella vicenda afgana è necessario prendere in considerazione diversi aspetti: dalla permanenza del nostro contingente militare – fino a qualche settimana fa numericamente il secondo dopo quello statunitense – alla politica migratoria o di cooperazione civile. Il ministero degli Esteri ha un ufficio dedicato al Paese asiatico – col quale Roma si era impegnata inizialmente soprattutto a sostenere il “pilastro” giustizia e a contribuire significativamente alla missione Nato-Isaf (fino a 4mila soldati); attualmente però l’ufficio è senza la direzione di un “inviato speciale” (figura creata alcuni anni fa su ispirazione americana e adottata anche da altri Paesi europei) dal momento che l’ultimo in carica –Alberto Pieri – è stato nominato ambasciatore a Nairobi ai primi di settembre. Quanto alla politica di migrazione, l’Italia segue le direttive impresse nel 2016 dalla Ue con un accordo con Kabul per favorire il rientro degli afgani. Una decisione che sollevò polemiche per il carattere coattivo della misura – cui ha fatto seguito nel gennaio di quest’anno, ufficialmente per motivi di sicurezza, la chiusura degli uffici consolari di tutti i Paesi Ue, che ora rilasciano visti per l’Europa solo eccezionalmente. Va comunque notato che l’Italia è tra i pochi Paesi europei a non effettuare rimpatri forzati, pur avendo aderito, come membro dell’Ue, all’accordo tra Bruxelles e Kabul. Quanto all’aspetto militare e di strategia politica, ci si può invece affidare solo a dichiarazioni di intenti, soprattutto pre elettorali, da parte di chi regge l’attuale esecutivo. Dunque lo scenario si presenta abbastanza nebuloso e incerto, pur comprensibilmente visto che, dall’insediamento del governo, son passati solo pochi mesi e alcune scelte o indirizzi si presentano particolarmente spinosi specie se riguardano le sensibilità del nostro maggior alleato: gli Stati Uniti.

Ritirarsi o restare?

La missione militare che costa al contribuente italiano grosso modo 500mila euro al giorno, impegna circa 1000 soldati (tra il teatro afgano e la logistica nel Golfo) e ha tecnicamente il mandato di contribuire solo all’addestramento dell’apparato di sicurezza afgano. Per il quale effettivamente mille uomini sembrano un numero sovradimensionato. Chi si aspettava svolte clamorose, sul piano del ritiro o sulla riconversione della spesa militare in un maggior contributo alla cooperazione civile, è rimasto per ora deluso e non c’è segno che le cose possano cambiare a breve sebbene in passato partiti e movimenti ora al governo (M5S e Lega) abbiano fatto del ritiro dei nostri soldati un cavallo di battaglia.

"Sull'intervento in Afghanistan siamo sempre stati chiari. Per noi quello è un intervento che per la spesa pubblica italiana è insostenibile". Così a novembre del 2017 Luigi Di Maio, in visita a Washington in veste di vicepresidente della Camera e candidato premier in pectore del Movimento 5 Stelle: “È già nel nostro programma ed era già nelle nostre proposte. Ma non siamo pregiudizialmente contro missioni di pace all'estero, specialmente quelle a guida italiana… Non c'è pregiudizio ideologico". Posizione reiterata in campagna elettorale a febbraio 2018: «Pensiamo che il contingente italiano non debba più restare in Afghanistan. Questa missione espone i nostri soldati a rischi inutili».

Il 29 giugno 2018 la ministra Trenta, intervistata dalla rivisita americana Defense News, parla di un “cambio di passo” con una possibile riduzione dei militari da 900 a 700 unità (già stabilita però dal precedente governo). Ma aggiunge: "Non vogliamo ridurre la stabilità o ridurre il sostegno per gli afgani… non vogliamo indebolire la missione, quindi cercheremo altri partner per assumere compiti come la logistica." Il ritiro in realtà, si è saputo a inizio ottobre, sarà soltanto di 100 soldati dall’Afghanistan entro la fine di ottobre e di 50 dall’Irak.

La Lega, per anni favorevole al ritiro delle truppe non solo dall’Afghanistan, è invece diventata più silenziosa sulla questione. La parola ritiro non figura più nei messaggi del ministro Salvini e ricorre semmai nelle esternazioni di qualche parlamentare. Non di meno il contratto di governo, siglato dai due partiti per formare l’esecutivo, recita al paragrafo 9: «È opportuno rivalutare la nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per l’interesse nazionale».

500mila euro al giorno. Tanto costa
 la missione militare
La patata bollente è dunque nelle stanze del ministro Enzo Moavero Milanesi che regge il dicastero degli Esteri. Moavero ha avocato a sé tutte le competenza che riguardano aree di conflitto e di conseguenza l’Afghanistan, che avrebbe dovuto essere attribuito al sottosegretario M5S Manlio Di Stefano con delega all’area asiatica (tra i più favorevoli al ritiro, reiterato il giorno del suo insediamento). Il dossier resta dunque nelle mani di un ministro estremamente cauto e parco di esternazioni. Il mese più intenso è lo scorso giugno ma le poche parole usate da Moavero sulla vicenda afgana riguardano soprattutto il nostro rapporto con la Nato cui il capo della diplomazia italiana ha dedicato più spazio che non ad altri argomenti su cui si è espresso stringatamente (per la visita di Abdullah a Roma o la tregua tra Kabul e la guerriglia di Eid el-fitr). Sempre in giugno, nel “più che cordiale colloquio” col Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, Moavero cita l’Afghanistan solo per ricordare come “l’Italia, quinto contributore al bilancio, abbia profuso un grande impegno in termini di uomini, mezzi e risorse nelle operazioni NATO, quali Afghanistan e Kossovo”. Fonti diplomatiche sostengono che il ministro abbia ricevuto forti pressioni, sia da Stoltemberg sia dagli americani, per non toccare il nostro contingente. Che alla Farnesina regnino le parola d’ordine “continuità” e “rassicurazione” non è un mistero. E solo i prossimi mesi potranno dire se il “cambio di passo” non resterà solo nelle intenzioni.

Cooperazione civile

Se il costo della partecipazione alle missioni militari in Afghanistan a partire dal novembre 2001 (Enduring Freedom fino al 2006, ISAF fino 2014, Resolute Support dal 2015) è stato finora di quasi 8 miliardi (185.343.173 milioni nel 2018 con copertura sino al 30 settembre dell’anno in corso), gli investimenti in cooperazione civile sono stati in totale di soli 280 milioni in diversi settori, dalla sanità alle infrastrutture, con una sostanziale riduzione (20 mln l’anno) a partire dal 2013. A questi vanno aggiunti i fondi veicolati dalle Ong, attualmente scoraggiate dall’intervenire nel Paese – per motivi di sicurezza – e non più finanziate dal ministero degli Esteri (che gestisce il flusso di cassa in bilaterale o con versamenti agli organismi internazionali) e che si sono pertanto ridotte di numero dovendo dipendere dai soli fondi privati o europei. Il futuro potrebbe essere quello di una continuità equivalente a quella militare ma al vertice della neonata Agenzia di cooperazione (Aics) – cui era a capo la dimissionaria Laura Frigenti - manca però ancora un direttore e voci insistenti alla Farnesina dicono che il ministero vorrebbe riprendere il controllo della creatura nata due anni fa e non dimostratasi particolarmente efficiente. Il candidato numero uno è infatti un diplomatico. Ma si devono fare i conti con la neo viceministra con delega alla cooperazione, Emanuela del Re, neoeletta deputata del M5S e nominata a fine luglio. Gode della stima degli ambienti non governativi e della fiducia del governo. Finora però nemmeno lei ha chiarito cosa intende fare in Afghanistan.


lunedì 15 ottobre 2018

Lettera22 al Salone dell'Editoria sociale il 2 e 3 Novembre a Roma

Dal 2 al 3 novembre festeggiamo 25 anni di onorata carriera da free lance al Salone dell'Editoria Sociale di Roma del quale è curatore il nostro direttore Giuliano Battiston.


Presentiamo "Sconfinate", l'Atlante delle guerre e dei conflitti e un dibattito sul giornalismo






Venerdi 2 novembre

12.30 -14
Sala A
Lettera22 e 46° parallelo
PRESENTAZIONE del libro
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO, Terra Nuova edizioni 2018
Intervengono
Raffaele Crocco direttore Atlante delle guerre
Emanuele Giordana Lettera22
Andrea Pira giornalista
Junko Terao giornalista

Sabato 3 novembre mattina

12.30 – 14.00
Sala B
Rosenberg & Sellier e Lettera22
TERRE DI CONFINE E STORIE DI FRONTIERA
PRESENTAZIONE del libro SCONFINATE
a cura di Emanuele Giordana, Rosenberg & Sellier 2018
Intervengono
Anna Maria Giordano giornalista
Emanuele Giordana curatore del libro
Simone Pieranni giornalista
Modera
Paolo Affatato Lettera22

Sabato 3 novembre pomeriggio

16.15 – 17.45
Sala B
Lettera22 e Collettiva
RACCONTARE GLI ESTERI
Al tempo della crisi e dei populismi
Un dibattito in occasione dei 25 anni di Lettera22, in ricordo di Mauro Martini
Ne discutono le giornaliste
Paola Caridi
Tiziana Guerrisi
Shelly Kittleson
Lucia Sgueglia
Junko Terao
Modera
Giuliano Battiston direttore Lettera22
Con gli interventi dei soci di Lettera22


Leggi tutto il Programma del Salone
Vai al sito di Lettera22

martedì 12 dicembre 2017

Un dibattito sul caso Rohingya con Msf a Roma il 14 dicembre


* Per motivi di lavoro Amedeo Ricucci non potrà essere presente
Modererà l'incontro Junko Terao, giornalista di Internazionale, media partner dell'evento

martedì 24 ottobre 2017

Il Califfo asiatico a Roma giovedi 26 ottobre alle 18

Il Califfo a Roma: una presentazione organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio
26 ottobre 2017 ore 18.00
modera: Valeria Martano




A oriente del Califfo
A est di Raqqa: il progetto dello Stato Islamico per la conquista dei musulmani non arabi
a cura di
Emanuele Giordana
con la collaborazione di
Lettera 22
Rosenberg&Sellier 2017

Non è un libro solo sullo Stato Islamico.
Il progetto di al-Baghdadi è infatti anche quello di estendere i confini di un neo-Califfato all’intera comunità sunnita oltre il mondo arabo e le conflittuali aree asiatiche appaiono un terreno ideale. Il caso afgano, la guerra sempre sotto traccia tra India e Pakistan, il revivalismo islamico presente in Caucaso e in Asia centrale, come nelle province meridionali della Thailandia o nel Sud filippino segnato dal contrasto tra governo e comunità musulmane; nell’arcipelago indonesiano, che è la realtà
musulmana più popolosa del pianeta, come nel dramma dei rohingya, cacciati dal Myanmar in Bangladesh. Al di là del progetto del Califfo, ci si chiede perché e con quali strumenti il messaggio ha potuto funzionare, qual è il contesto e quale l’entità del contrasto con al-Qaeda per il primato del jihad.
Un libro che si chiede cosa potrà restare del messaggio di al-Baghdadi, anche dopo la caduta di Raqqa, in paesi così distanti dalla cultura mediorientale; cosa ha spinto un giovane di Giacarta, di Dacca o del Xinjang a scegliere la spada del Califfo?


Lettera22 è un’associazione tra freelance specializzata da 25
anni in politica internazionale. Alcuni dei suoi membri fanno
anche parte dell’agenzia China Files.

domenica 7 maggio 2017

“Peccato mortale sfruttare il lavoro ”

Il Papa incontra i giovani studenti delle “Scuole per la pace” e prende posizione sulla guerra e le sue cause. “I governanti? Solo parole. Attenti ai terroristi delle chiacchiere”

Alla fine ci sta pure una battuta: “I governi e gli impegni dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo? Non lo dico da papa ma lo dico con la grande Mina: parole, parole, parole”. La platea dell’Auditorium Paolo VI in Vaticano ride e si spella le mani. Sono soprattutto studenti, settemila, arrivati un po' da tutta Italia. Fan parte di un progetto iniziato tre anni fa dalla Tavola della pace d’intesa con il Miur e promosso dal Coordinamento degli Enti Locali per la Pace, la Rete Nazionale delle Scuole di Pace e un altra decina di sigle tra cui la Regione Friuli Venezia Giulia e i Giovani Musulmani d’Italia. I ragazzi, dalle medie al liceo, han lavorato in questi anni sul tema della guerra: informandosi, interrogandosi e anche suggerendo soluzioni. L'ultima, uscita da una media di Udine giorni fa, quella di istituire un”ora di pace” a scuola, come si fa con quella di religione.

Bergoglio, uomo attento allo spirito ma anche al corpo degli uomini, accetta di incontrarli e di rispondere alle domande di Maria, Michele, Luca, Costanza su conflitti, violenza, discriminazione. Su quest'ultimo punto cita lo scontro tra Macron e Le Pen come pessimo esempio di “non ascolto” ma la stoccata c'è anche per i Salvini di turno, anche se il papa nomi non ne fa mai: “Ci sono persone che usano le parole per discriminare e ferire: li chiamo terroristi delle chiacchiere”. Sulla guerra, dramma del mondo, l'accusa è soprattutto al traffico d'armi, arte in cui, come ci ha appena ricordato Rete Disarmo, l'Italia eccelle. E a proposito di bombe non risparmia Trump: ”Han chiamato quell'ordigno la madre di tutte le bombe. Ma una madre dona vita, quella regala morte. Ho provato vergogna”. Ma se c'è chi traffica in armi e chi traffica in droga, avverte Bergoglio, c'è chi traffica anche in esseri umani e non solo permettendo le stragi nel Mediterraneo: “C'è chi sfrutta il lavoro altrui e non solo in luoghi lontani: lo si fa qui, in Europa, in Italia. Lo si fa pagando chi lavora in nero e con assunzioni stagionali, per evitare la continuità. Questo sfruttamento è, per noi cattolici, peccato mortale”.

Nessun pontefice si era spinto così lontano, difendendo, in un certo senso, anche l'ormai sepolto articolo 18. E se Bergoglio condanna ritualmente il “Dio denaro” - come ogni papa ha sempre fatto - questa volta il monito non è solo ai mercanti nel tempio. E i diritti dei lavoratori, nel giorno in cui nella stessa città si manifesta per difenderli, diventano nelle parole di Francesco un elemento che non è avulso dal discorso sulla pace. I ragazzi sono commossi e con loro sindaci, amministratori locali e professori. 162 insegnanti gli consegnano un piccolo manuale di linee guida sull'educazione alla pace. Il Papa apprezza. I ragazzi applaudono. Fuori, un timido sole scaccia la pioggia.


A destra "Mina" Anna Maria Mazzini, cantante famosa anche in Argentina. "Parole Parole" era la  sigla finale di Teatro10 con Alberto Lupo nel 1972

Sopra: la GBU-43 Massive Ordnance Air Blast bomb (MOAB)

martedì 19 novembre 2013

LO STUPORE DELLA FOTOGRAFIA

Ieri mattina sono andato con Mario Dondero, cui devo il piacere di questa scoperta, a un incontro che si svolgeva nella 10Bphotography, un centro polifunzionale dedicato alla fotografia dove, in questi giorni, è allestita una mostra di Paul Fusco sull'eredità di Chernobyl che è un vero pugno nello stomaco (l'ingresso è gratuito). Questo spazio, che si trova nel suggestivo quartiere della Garbatella di Roma, è stato fondato dal fotogiornalista Francesco Zizola, che lo dirige, e  da Claudio Palmisano, un esperto e docente universitario che si occupa di immagine digitale. E' uno spazio  "interamente dedicato alla fotografia professionale, con particolare attenzione alla fotografia d'autore. Una delle peculiarità del progetto - recita il manifesto del polilaboratorio - consiste nel coordinare in un’unica sede quattro distinti ambiti di attività: la Galleria, il Laboratorio fotografico, la Comunicazione visuale su piattaforma digitale e la Formazione, puntando in tutti i casi sulla qualità dell'offerta".

lunedì 15 ottobre 2012

CONSIGLIO PER LA SETTIMANA

SALONE DELL'EDITORIA SOCIALE Giovedì 18 ottobre Ore 10.15 Porta Futuro INAUGURAZIONE DELLA QUARTA EDIZIONE DEL SALONE DELL’EDITORIA SOCIALE Interviene Nicola Zingaretti presidente della Provincia di Roma Ore 10.30 - 12 Sala A Round Robin PRESENTAZIONE del graphic novel ANTONINO CAPONNETTO (NON È FINITO TUTTO) di Luca Scarlini, Round Robin 2012 Intervengono Enrico Fontana, direttore “Paese Sera” Luca Scarlini, autore del libro Giovanni Tizian, giornalista e scrittore Ore 10.30 - 12 Sala B La rivista Confronti UMBERTO BRANCIA: “CERCATE ANCORA” La fatica di pensare nell’Italia di oggi Intervengono Goffredo Fofi, direttore della rivista Lo straniero Gian Mario Gillio, direttore della rivista Confronti Franca Long, saggista Valdo Spini, presidente del Cric Ore 12.15 - 13.45 Sala A Else SOMETHING ELSE La serigrafia è uno strumento conviviale Intervengono Marco Carsetti, educatore Ma’mon Kalhaf, serigrafo Claudio Tosi, Cemea del Mezzogiorno Ore 12.15 - 13.45 Sala B 66thand2nd PRESENTAZIONE del libro INUTILI FUOCHI di Raffaella R. Ferré, 66thand2nd 2012 Interviene Francesco Durante critico e scrittore Ore 14.30 - 16 Sala A Il Sirente PRESENTAZIONE del libro UCRAINA TERRA DI CONFINE di Massimiliano Di Pasquale, Il Sirente 2012 Intervengono Matteo Cazzulani, blogger Massimiliano Di Pasquale, autore del libro Angelantonio Rosato, giornalista Ore 14.30 - 16 Sala B Giornale Radio Sociale GRS, SILENZIOSO ASSORDANTE...UN ANNO DOPO La Radio è sociale, la sfida è sul web Intervengono Marta Bonafoni, direttrice Radio Popolare Roma Maurizio Mumolo, direttore Forum Terzo Settore Altero Frigerio, direttore Radio Articolo 1 Riccardo Giovannetti, presidente agenzia radiofonica Area Ivano Maiorella, direttore Giornale Radio Sociale don Gianluigi Pussino, direttore Radio Meridiana 12 Andrea Volterrani, Università di Tor Vergata Ore 16.15 - 18 Sala A Lo Straniero LA DIVINA IDIOZIA DI KURT VONNEGUT La fantascienza che ci ammaestra Ne discutono Gianfranco Bettin, assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Goffredo Fofi, direttore della rivista Lo Straniero Maria Nadotti, giornalista Ore 16.15 - 18 Sala B Paoline PRESENTAZIONE del libro SIAMO TUTTI MIGRANTI di Vittorio De Luca, Paoline 2012 Intervengono Paolo Bustaffa, direttore agenzia di stampa Sir Vittorio De Luca, autore del libro Giancarlo Perego, direttore fondazione Migrantes Ore 18.15 - 20 Sala A Sbilanciamoci! L’ECONOMIA È DEMOCRATICA? La crisi, i mercati, il ruolo della politica Ne discutono Andrea Baranes, presidente Fondazione Banca Etica Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd Luigi Ferrajoli, Università Roma Tre Laura Pennacchi, economista Massimiliano Smeriglio, assessore alle Politiche del Lavoro della Provincia di Roma Modera Roberta Carlini, giornalista Ore 18.15 - 20 Sala B Alpine Studio PRESENTAZIONE del libro RIVOLUZIONI S.P.A. Chi c’è dietro la Primavera Araba di Alfredo Macchi, Alpine Studio 2012 Intervengono Andrea Angeli, consigliere ministero degli Esteri Giampiero Gramaglia, giornalista Alfredo Macchi, giornalista e autore del libro Ore 21 - 23 Sala A Gli Asini OMAGGIO A TRUMAN CAPOTE Proiezione di “A sangue freddo” di Richard Brooks (1967) Presentano Goffredo Fofi, critico cinematografico Gigliola Nocera, Università di Catania Venerdì 19 ottobre Ore 10.30 - 12 Sala A Unipolis CULTURE SENZA FRONTIERE Scrivere e fare musica nell’Italia multietnica Saluti di Claudio Cecchini, assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma Johnathan Ferramola, direttore Terra di Tutti Film Festival Goffredo Fofi, direttore della rivista Lo Straniero Roberta Franceschinelli, Fondazione Unipolis Pierfrancesco Pacoda, giornalista e saggista Enrico Pugliese, “Sapienza” Università di Roma Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo Ore 12.15 - 13.45 Sala A Lunaria DA DOVE VIENE IL POPULISMO? La democrazia, la politica e la sua crisi Intervengono Carlo Donolo, “Sapienza” Università di Roma Carlo Galli, Università di Bologna Giulio Marcon, portavoce campagna Sbilanciamoci! Gabriella Turnaturi, Università di Bologna Modera Duccio Zola, ricercatore Ore 12.15 – 13.45 Sala B Osservatorio Iraq CRONACHE DI UNA CONTRORIVOLUZIONE Economia e politica a un anno dalle rivolte arabe Intervengono Marco Di Donato, Osservatorioiraq.it Jacopo Granci, Osservatorioiraq.it Francesca Manfroni, Un ponte per... Ore 14.30 - 16 Sala A Banca Etica OLTRE LA CRISI. Riflessioni per un nuovo modello di sviluppo e un’economia civile e solidale Ne discutono Ugo Biggeri, presidente di Banca Popolare Etica Sergio Gatti, direttore generale Federcasse Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! Modera Federica Margaritora, giornalista Ore 14.30 - 16 Sala B Consorzio dell’Altreconomia AGRIMAPs: un PROPOSTA di mappatura dei GAS di Roma e PROVINCIA e i loro produttori Ne discutono Marco Binotto, Rete dei Gas Roma e Lazio Alberto Castagnola, Consorzio Cae Maria Fonte, Università di Napoli Federico II Annarita Sacco, Associazione la Strada Cristina Salvioni, Università di Pescara e Chieti Soana Tortora, Solidarius Italia Riccardo Troisi, Reorient Ore 16.15 - 18 Sala A Sbilanciamoci! SERVE ANCORA IL SINDACATO? Dagli Stati Uniti all’Italia, la crisi di un modello Ne discutono Pierre Carniti, già segretario generale Cisl Maurizio Landini, segretario generale Fiom Antonio Lettieri, già segretario confederale Cgil Introduce e conduce Gad Lerner, giornalista Saluti Cecilia D’Elia, assessore alla Cultura della Provincia di Roma Ore 16.15 -18 Sala B Navarra Editore PEPPINO IMPASTATO E GIANCARLO SIANI L’informazione per distruggere la mafia Giorgio Di Vita, scrittore e disegnatore Alessandro Gallo, scrittore Lorenzo Misurata, associazione antimafia daSud Ore 18.15 - 20 Sala A Scuola del Sociale DALLE TORRI GEMELLE AL PANTANO AFGANO Gli Stati Uniti e la guerra al terrorismo Tariq Ali scrittore, “New Left Review” Robert Fisk giornalista, “The Independent” modera Giuliano Battiston, giornalista Ore 18.15 - 20 Sala B Exòrma IL FERTILIZZANTE SOCIALE La nuova editoria alla prova e le scommesse del terzo settore Ivano Maiorella, direttore del Giornale Radio Sociale Giulio Marcon, portavoce campagna Sbilanciamoci! Orfeo Pagnani, direttore editoriale Exòrma Andrea Volterrani, Università di Tor Vergata Ore 21.00 - 23 Sala A Scuola del Sociale DALLA “FEBBRE” A “PIANO AMERICANO” con Giuseppe Cederna attore e scrittore Sabato 20 ottobre ore 10.30 - 12 Sala B Libreria Editrice Fiorentina PRESENTAZIONE del libro IL CONTADINO COME MAESTRO ELEMENTARE di Jousse Marcel, Libreria Editrice Fiorentina 2012 Brunella Antomarini, John Cabot University, Roma Antonello Colimberti, curatore del libro Giannozzo Pucci, editore Marco Rossi-Doria, Ministero dell’Istruzione ore 11.00 - 13 Sala A Scuola del Sociale UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L’EUROPA: IL POPULISMO Ne discutono Zygmunt Bauman, sociologo Ágnes Heller, filosofa Aleksandra Jasinska-Kania, sociologa modera Giuliano Battiston, giornalista presenta Massimiliano Smeriglio, assessore alle Politiche del Lavoro della Provincia di Roma ore 12.15 – 13.45 Sala B minimum fax PRESENTAZIONE del libro LIBERA CHIESA Storie di cristiani a cui non è mai piaciuto il potere di Gilberto Squizzato, minimum fax 2012 Gilberto Squizzato, autore del libro Ore 14 - 16 Sala A Redattore Sociale IL WELFARE SOTTO ATTACCO Tra privatizzazioni e smantellamenti Ne discutono don Vinicio Albanesi, presidente Comunità di Capodarco Andrea Toma, Area Formazione Censis Cristiano Gori, London School of Economics Antonio Rosati, assessore al Bilancio Provincia di Roma Enrico Pugliese, “Sapienza” Università di Roma Modera Stefano Trasatti direttore Redattore Sociale Ore 14.30 - 16 Sala B Lo Straniero PROFEZIE DAI MARGINI. La lezione di Panikkar Ne discutono Maciej Bielawski, teologo e scrittore Don Achille Rossi, sacerdote e studioso Ore 16.15 - 18 Sala A Ediesse Editore PRESENTAZIONE del libro INCONTRARSI Racconti di donne migranti e native, Ediesse 2012 Intervengono Cristina Ali Farah, scrittrice Maria Rosa Cutrufelli, scrittrice e curatrice del libro Cecilia D’Elia, assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista Igiaba Scego, scrittrice e curatrice del libro Ore 18.15 - 20 Sala A Scuola del Sociale DISUGUAGLIANZE E CRISI L’economia globale e le sue contraddizioni Ne discutono James K. Galbraith, University of Texas Enrico Giovannini, presidente Istat modera Marino Sinibaldi, direttore Radio3 presenta Giulio Marcon, Scuola del Sociale della Provincia di Roma Ore 18.15 - 20 Sala B Bradipolibri PRESENTAZIONE del libro IL FOOTBALL TRA STORIA E LEGGENDA di Gabriele Manu e Marco Scialanga Bradipolibri 2012 Gabriele Manu, coautore del libro Valerio Piccioni, giornalista Marco Scialanga, coautore del libro Ore 21.00 – 23 Sala A Gli Asini Proiezione di “Don’t look back” di D.A. Pennebaker (1967) presentano Vittorio Giacopini scrittore e giornalista John Vignola, giornalista e critico musicale Domenica 21 ottobre Ore 10.30 - 12 Sala A Orecchio Acerbo Editore LORENZO MATTOTTI: ESPLORARE L’IMMAGINARIO Incontro in occasione della pubblicazione del libro LE AVVENTURE DI HUCKLEBERRY FINN di Antonio Tettamanti, Orecchio Acerbo/Coconino press 2012 Intervengono Goffredo Fofi, direttore della rivista Lo Straniero Lorenzo Mattotti disegnatore e autore del libro Ore 10.30 - 12 Sala B Officine Editoriali DIBATTITO SUL DIRITTO D’AUTORE ALLA LUCE DELLE NUOVE TECNOLOGIE Intervengono Paolo Masini, consigliere di Roma Capitale Massimo Pulejo, scrittore Marco Sambruna, scrittore Guido Scorza, avvocato Ore 12.15 - 13.45 Sala A Edizioni dell’Asino L’INCHIESTA COME UN ROMANZO Narrare il presente Ne discutono Alessandro Coppola, ricercatore Alessandro Dal Lago, Università di Genova Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista Gabriela Wiener, scrittrice e giornalista Modera Nicola Villa, vicedirettore della rivista Gli Asini Ore 12.15 - 13.45 Sala B Nottetempo PRESENTAZIONE del libro LA SOCIETÀ DELLA STANCHEZZA di Byung-Chulhan, Nottetempo 2012 Interviene Attilio Scarpellini, critico e giornalista Ore 14.30 - 16 Sala A Elèuthera PRESENTAZIONE del libro NON HO BISOGNO DI STARE TRANQUILLO. Errico Malatesta, vita straordinaria del rivoluzionario più temuto da tutti i governi e le questure del regno di Vittorio Giacopini, Elèuthera 2012 Interviene Giuliano Milani, giornalista Vittorio Giacopini , scrittore e autore del libro Ore 14.30 - 16 Sala B Gli Asini L’AMERICA PROFONDA Proiezione del film “Harlan County” di Barbara Kopple (1976) Presentano Goffredo Fofi, critico letterario Sandro Portelli, “Sapienza” Università di Roma Ore 16.15 – 18 Sala A Sbilanciamoci! OCCUPY ALLA CASA BIANCA Movimenti e politica negli Stati Uniti Ne discutono Bruno Cartosio, Università di Bergamo Donatella della Porta, European University Institute Marco D’Eramo, giornalista Martino Mazzonis, giornalista Introduce e coordina Mario Pianta, Università di Urbino Ore 16.15 -18 Sala B Jaca Book PRESENTAZIONE del libro TALPE A CARACAS. Cose viste in Venezuela di Geraldina Colotti, Jaca Book 2012 Luciana Castellina, giornalista e scrittrice Geraldina Colotti ,giornalista e autrice del libro Indira Pineda, sociologa Isaia Rodriguez, ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela Luciano Vasapollo, direttore Centro Studi Cestes modera Nadia Angelucci, giornalista Ore 18.15 - 20 Sala A Lo Straniero AMERICA PROTESTANTE E AMERICA CATTOLICA Letture sociali del Vangelo Ne discutono Bruno Cartosio, Università di Bergamo Mario Miegge, Università di Ferrara Mario Perniola, Università di Tor Vergata Sandro Portelli, “Sapienza” Università di Roma Modera Stefano Velotti, “Sapienza” Università di Roma Ore 18.15 - 20 Sala B La Nuova Frontiera PRESENTAZIONE del libro CORPO A CORPO Storie di giornalismo gonzo di Gabriela Wiener, La Nuova Frontiera 2012 Interviene Francesca Bianchi, traduttrice Tiziana Lo Porto, giornalista Gabriela Wiener, scrittrice e autrice del libro Modera Lorenzo Ribaldi, editore Ore 21 - 23 Sala A Scuola delSociale COME NASCONO LE STORIE con ASCANIO CELESTINI A cura della Scuola del Sociale della Provincia di Roma

lunedì 11 giugno 2012

ACCORDO DI PATERNARIATO TRA KABUL E ROMA, QUELL'OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO

Si chiama "Ratifica ed esecuzione dell’Accordo sul partenariato e la cooperazione di
lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell’Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012
" che, sarà un caso, porta la data del mio compleanno (59 anni dopo!). E' il procedimento che converte in legge dello Stato un accordo bilaterale firmato da Stati, nello specifico tra Roma e Kabul. Il parere tecnico (soprattutto sulla copertura) si può leggere qui, mentre il testo dell'accordo di può (finalmente) leggere qui. Il parlamento non lo può modificare, ma è un'occasione per discutere, per non dimenticare quel Paese, per chiedere chiarimenti e suggerire indirizzi.

Dico "finalmente" perché è appunto dal 26 gennaio o giù di li che cerco di leggere questo benedetto documento. Per mesi ho cercato di averlo tra le mani chiedendo un favore a destra e a manca finché, fortunatamente, e segnalatomi da un amico che lavora alla Camera, l'oggetto del desiderio è apparso sul sito istituzionale di un ramo del parlamento. Ci volevano quasi sei mesi per renderlo di pubblico dominio?

Visto da Kabul, dove mi trovo a gustare le prime angurie e la stagione dei manghi (qui sconosciuti fino a qualche anno fa e che vengono dal Pakistan), non mi sembra un cattivo accordo. C'è la solita enfasi sulla sicurezza e sulla lotta al terrorismo, ma c'è anche un'apertura alla società civile locale e una promessa, anche se non quantificata, di investire nel settore civile, anche culturale, e in quello dei media, effettivamente un cavallo su cui merita puntare.

L'ho mostrato ai miei amici afgani dicendo loro che, come tutti gli accordi internazionali, può essere una buona base oppure un pezzo di carta da dimenticare pieno solo di buone intenzioni. Dipende na noi, e da loro naturalmente (ma un po' meno). Se son rose, insomma, fioriranno.
Come accade in questi giorni nei roseti sopravvissuti alla guerra e al modernismo nella capitale.

lunedì 30 maggio 2011

AFGANA




Immagini e ricordi della Conferenza della società civile di Roma, maggio 2011
(il video è di Rai International, la foto del Servizio stampa del Quirinale)

venerdì 29 aprile 2011

I FANTASMI DI MADAME NHU

I mille spettri del suo passato, compresi quelli dei monaci buddisti che si diedero fuoco per protestare contro l'occupazione americana del Sud Vietnam, l'hanno forse inseguita anche nella sua casa di Roma. Perché è a Roma, all'età di 87 anni, che Madame Ngô Đình Nhu, meglio nota come Madam Nhu, è morta. Ma chi era questa signora piacente e con pochi peli sulla lingua nata nel 1924 ad Hanoi quando il Vietnam era ancora Indocina francese? Chi era questa donna che a fianco degli americani aveva combattuto fieramente i comunisti vietnamiti? Chi era questa Mata Hari asiatica che, pur filo americanissima, aveva poi detto di loro: “chi ha come alleati gli americani non ha bisogno di nemici”?



Madame Nhu o Dragon Lady che la vogliate chiamare era nata bene. Natali aristocratici nel Vietnam francese e una parentela con l'imperatore Bao Dai. Giovinezza spensierata e un nome che significa “meravigliosa primavera”. Ma poi arriverà l'autunno della fine dell'Indocina francese, la nascita di un Vietnam del Sud conteso dai nordisti di Ho Chi Minh e sostenuto dagli americani che punteranno tutto sul presidente Ngo Dinh Diem, un ex mandarino il cui fratello minore, Ngo Dinh Nhu, diviene capo della polizia segreta. Ma Ngo Dinh Nhu è anche il marito di Madame Nhu e cosi la coppia prende casa a palazzo. E' la seconda metà degli anni Cinquanta

Di Madam Nhu si dice di tutto e di più: che è una moralista esagerata perché si è convertita dal buddismo al cattolicesimo: che chiude i bordelli e predica la lotta all'aborto ma che porta scollature vertiginose; che trama nell'ombra, che gestisce le reti segrete di palazzo. Ma soprattutto che parla fuori dai denti: anche troppo. Negli anni Sessanta il Vietnam è attraversato dalle proteste dei monaci buddisti che, loro pure, sono contrari alla guerra coi fratelli del Nord. Alcuni di questi religiosi si danno fuoco. Si immolano tra le fiamme della benzina. Episodi ricordati allora come il suicido dei bonzi. Ma a Madame Nhu questa cosa non piace e la commenta cosi

Insomma questi monaci – dice in televisione - sono stati ridotti dai lor mistici capi a dei...barbecue. E non solo. Per uccidersi in nome della nazione non hanno nemmeno usato benzina nazionale ma quella importata dall'estero. E' Davvero troppo

La protesta dei monaci e le sorti sempre peggiori della guerra inducono gli americani a cambiare cavallo. Il presidente viene scaricato e ucciso da un aiutante del generale Dương Văn Minh il 2 novembre 1963, durante un colpo di stato. E Duong Van Minh diventa dunque presidente al posto di chi, una volta morto, non potrà più proteggere la sua “Lady Dragon”, la donna del fratello che, visto che il presidente era scapolo, veniva vista in Vietnam come la vera first Lady. Una first Lady per cui è arrivata l'ora del tramonto.
Ma è un tramonto fiero, da drago vietnamita. Rifiuta l'esilio in America e sceglie la Francia e l'Italia dove si trasferisce anche perché in Vietnam, dove i suoi beni saranno sequestrati, non potrà più tornare. Guarda dall'Europa la fine di un mondo che sentiva non appartenerle più e che si conclude con le immagini degli ultimi americani che abbandonano nel 1975 l'ambasciata americana di Saigon: alla fine dei traditori anche per lei

martedì 15 giugno 2010

IL DIARIO DA KABUL DA ESC, A ROMA VENERDI 18 /6

Venerdì 18 giugno @ Esc Atelier Autogestito

Nell'ambito della Campagna "Indietro non si torna"

Diario da Kabul


h. 19.00

Presentazione del libro “Diario da Kabul – Appunti da una città sulla lineadel fronte”

(ed. O Barra O)

Partecipano:

Emanuele Giordana (Lettera22, Radio3)

Giuliano Battiston (giornalista Freelance, inviato in Afghanistan)

Silvana Pepe (Rainews 24)