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lunedì 24 febbraio 2014

Se il talebano si appella al papa

Sul sito web dei talebani afgani appare a sorpresa una presa di posizione sulla Repubblica Centrafricana. Con un appello al pontefice

Per chi segue le vicende afgane è quasi di rigore dare un'occhiatina almeno settimanale al sito ufficiale dei talebani. Il sito dell'emirato, a lungo oscurato dall'intelligence antiterroristica, è ormai visibile da qualche anno, segno dell'inversione di rotta, soprattutto americana, nell'atteggiamento verso la guerriglia in turbante: prima paria, adesso possibile interlocutore politico. Al contrario del sito dei talebani pachistani (Ttp) - praticamente invisibile, oscurato e ripreso con fatica da siti pseudo specchio - quello dei talebani racconta molte cose e, questa settimana, regala due chicche.

La prima riguarda la vicenda Motasim Agha Jan di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi. Un comunicato spedisce al mittente ogni illazione: il mullah, benché ex talebano – anzi in quanto ex – non aveva e non ha alcun mandato a trattare. Se lo fa, dice il sito, lo fa per suo conto: i talebani non trattano col governo afgano. Punto. Schermaglie? Forse la classica velina per dir che non è vero ciò che è. Non sappiamo. Si vedrà. Ma ciò che viene dopo è davvero singolare. E tira in ballo il papa.

Si tratta infatti di una presa di posizione contro le violenze subite dai musulmani...nella Repubblica Centrafricana (Car). E qui ci sono due elementi da notare: il primo è che i talebani, fieramente nazionalisti e niente affatto convinti del jihad globale, prendono posizione su un tema di politica estera, come di solito fa un partito politico che si rispetti. Ma non sul Pakistan o sull'Iran (cosa che comunque fanno), addirittura su una questione africana. Il secondo è che il comunicato testualmente dice: «Si invita inoltre l'Oci, le Nazioni Unite, il Comitato per i Diritti Umani, l'Unione africana e il più alto leader religioso dei cristiani in Vaticano (Papa Francesco) a prendere misure per prevenire le uccisioni di massa di musulmani nella Car, al fine di assolvere i propri doveri etici e umanitari in questo senso». I talebani si appellano al Papa.

Le considerazione potete farle da voi. Gli interlocutori sono ben scelti e hanno un senso. E rivolgersi al papa (che loro hanno messo in parentesi e in maiuscolo perché non si facesse forse confusione con qualche vertice ortodosso) stupisce anche un po'. Quel che è certo è che il loro linguaggio politico, e quindi anche il loro atteggiamento politico tradizionalmente molto rozzo, sta cambiando. Solo perché ora i talebani sono sul web senza problemi e devono fare i conti coi lettori come Repubblica e il Corriere? O forse perché stanno davvero pensando che il loro destino è diventare un interlocutore politico di rilievo ammesso nel salotto buono? Ivi compreso quello del Vaticano.

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