Figlia del destino Benazir Bhutto, figlia di Zulfikar: assassinata |
Bhutto: la tragica epopea di una dinastia asiatica
Il potere e la morte. Sembrano questi i due segni distintivi di una famiglia asiatica che ha attraversato i momenti più cruciali della storia recente del subcontinente indiano. La famiglia Bhutto, originaria dell’attuale Rajastan (india), ha infatti dato al Pakistan premier, presidenti e diversi protagonisti della vita politica e pubblica del Paese dei puri. E’ la storia di una dinastia ma anche di un susseguirsi di tragedie e omicidi politici, successo e consenso ma anche anni di prigione, arresti domiciliari, esilio. I Bhutto oggi fanno ancora parlare di sé e benché le vicende politiche contemporanee li vedano un po’ in disparte, potranno forse giocare un nuovo ruolo nella politica del Paese. Eredi di una dinastia che, come l’Araba fenice, sembra continuamente risorgere dalle sue ceneri.
Patriarca: Shah Nawaz. Muore nel suo letto |
Zulfikar Ali, figlio di Shah Nawaz: impiccato |
Benazir racconterà nella sua autobiografia intitolata “Figlia del destino” le ultime ore di suo padre prima dell’impiccagione. Anche lei è in prigione, ai domiciliari. Ha solo 26 anni ma già si sente figlia del destino. Un destino che deve aspettare fino al dicembre del 1988 quando viene eletta e scelta a guidare il governo. La sua forza sta anche nell’ondata emotiva che ha travolto il Paese con la morte del padre e quando, nell’agosto del 1988 l’aereo che trasporta il dittatore Zia precipita, arriva l’occasione. Il Ppp riprende vigore e la casta militare fa un passo indietro. Quel cognome è una carta che si può spendere dal Punjab al Belucistan, da Lahore a Peshawar. Benazir, che intanto si è sposata con Asif Zardari, può guidare il Paese e tornare da Londra, dove vive con la famiglia. Londra, perché il Pakistan è un posto pericoloso per i Bhutto: nel 1985 suo fratello Shah Nawaz è stato avvelenato, forse proprio su ordine di Zia. Il governo Bhutto però non dura due anni. Nell’agosto del 1990 il governo cade e Benazir affronta per la prima volta il peso di accuse a lei e al marito che il popolino chiama mister 10%. Asif Zardari non è amato. Lei piace, lui no. Nel 1993 Benazir ci riprova e vince di nuovo. Coopta il marito nel governo come ministro e gli affida i servizi segreti. Non tutti digeriscono.
Murtaza, figlio di Zulfikar Vittima di uno scontro a fuoco |
Tra chi non digerisce c’è anche il fratello di Benazir, Murtaza: coraggioso, spericolato, vendicativo. La prima vendetta la vorrebbe fare per vendicare la morte di suo padre e durante la dittatura di Zia si è macchiato di due delitti. Scappato in Afganistan, viene condannato a morte in contumacia. Quando torna in Pakistan nel 1993 con sua sorella al governo, lei lo fa arrestare. E quando Murtaza esce comincia una campagna politica che vuole un ritorno alle origini del Ppp e Zardari fuori dai piedi. Son scintille con Benazir di cui Murtaza diventa uno dei più fieri critici. Nel 1996, in un controverso incidente con la polizia, viene ucciso. Va male anche a Benazir che viene sfiduciata dal presidente mentre si diffonde l’idea che con l’omicidio di Murtaza c’entri Zardari.
Eppure Benazir resta l’icona di un Pakistan guidato da un governo civile, di un Paese islamico dove al potere è andata una donna. Il mito resiste, dagli slum di Karachi, alle periferie di Peshawar, dal Sindh rurale ai circoli diplomatici. La sua fortuna è la dittatura di Pervez Musharraf. Il dittatore, che la comunità internazionale ha messo all’angolo, negozia con lei il suo rientro dall'ennesimo esilio. Firma un’amnistia che proscioglie lei e il marito. Nell’ottobre 2007, dopo otto anni di esilio, torna e incarna ancora una promessa di riscatto. Ma è un trionfo che non dura. In dicembre viene uccisa. Vent’anni dopo quel dicembre del 1988, questa volta ad aspettarla non c’è lo scranno da primo ministro ma la morte che se la prende dopo l'ultimo bagno di folla. La sua eredità politica è adesso nelle mani di suo figlio Bilawal che il padre chiama alla guida del Ppp. C’è chi mormora: “Non è un Bhutto, è un Zardari”. E c’è chi gli preferirebbe Fatima, figlia di Murtaza. Ma lei si schermisce, almeno per ora. Vuole stare lontana dai giochi politici della sua tragica dinastia.
Questo articolo è stato scritto per l'inserto Asia de il manifesto
Una storia radiofonica dei Bhutto preparata per Wikiradio
Fonte: Wikipedia
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