Ko Myo, agronomo di Cesvi specialista di problemi idrici |
Ko Myo ha messo dunque in piedi una rete di appuntamenti coi referenti di villaggio. Il progetto, che è finanziato dalla Ong svizzera Helvetas, si serve di Cesvi per le attività di formazione che riguardano uso ed efficienza dell’acqua, manutenzione degli impianti, risparmio e buon utilizzo di una risorsa che è sempre scarsa. E così, nonostante il Covid-19, le attività non si sono bloccate come è avvenuto altrove. Sulla piattaforma fb i contadini si collegano, ascoltano una sorta di lezione, pongono problemi e cercano di risolverli collettivamente. “Non ci fermiamo – dice sorridendo l’agronomo – questa gente ha bisogno. E noi ci siamo”, spiega chiudendo l’incontro che gli ha fatto superare con la voce centinaia di chilometri.
La zona umida
Una delle quattro zone interessate è la parte meridionale dello stato Shan, una regione a vocazione
Webinar nella sede di Cesvi |
C’è anche un aspetto sociale non indifferente: “In una regione (e in un Paese) in cui l’acqua rappresenta una risorsa estremamente scarsa durante la stagione non piovosa, le poche riserve idriche immagazzinate diventano oggetto delle mire di una serie di soggetti con un peso economico e politico ben maggiore di quello degli agricoltori di piccola scala”, spiega Paolo Felice, consulente agronomo di Cesvi che vive in Myanmar dal 2007. Imprenditori del settore turistico (hotel, campi da golf), imprese agricole commerciali e altri potentati locali, esercitano una notevole pressione sulle autorità locali che governano le risorse idriche al fine di guadagnare l’accesso all’uso della poca acqua immagazzinata disponibile. In compenso, alcune imprese agricole di notevoli dimensioni, hanno sottoscritto una sorta di “alleanza” con i piccoli agricoltori “basata sulla stipula di contratti agricoli – spiega ancora Felice - dove la media o grande impresa, fornisce agli agricoltori la formazione e alcuni fattori produttivi (sementi, fertilizzanti..) e si impegna ad acquistare la produzione di specifiche colture dagli stessi agricoltori a prezzi concordati dalle due parti al momento della firma dei contratti”.
La zona secca
Non è l’unico programma di Cesvi, che lavora anche nella regione opposta più a Sud, la “dry zone” di Magway, una delle aeree più a rischio desertificazione del Myanmar. Dall’umido all’estremo secco. Anche qui c’è un italiano, Andrea Ricci, l’unico cooperante laico che ha scelto di restare in Myanmar nonostante avesse la possibilità di tornare in Italia. Si è attrezzato col provvidenziale Ko Myo a far si che anche il progetto nel Magway, finanziato invece dalla Cooperazione italiana, non si fermasse per due, forse tre mesi. Oltre alla formazione c’è anche un altro aspetto curato da Ricci che nel progetto dispone di due fondi di garanzia/credito per un totale di 340.000 euro per favorire l'accesso al credito per la piccola e media manifattura e per gli agricoltori delle filiere dell'arachide, fagiolo Mungo e sesamo. Fermarsi adesso significava mettere a rischio i finanziamenti e dunque il raccolto dell’anno. E anche qui la Rete è stata d’aiuto nel negoziato con le banche per fornire il credito necessario ai contadini.
Questo articolo è stato scritto per l'inserto green de ilmanifesto ed è uscito giovedi 11 giugno scorso
Nessun commento:
Posta un commento