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sabato 12 febbraio 2022

Fondi afgani "scongelati": una vendetta consumata... fredda

 Joe Biden ha deciso ieri il destino di quei 7 miliardi di dollari della Banca centrale
afgana “congelati” nelle casse della
 Federal Reserve
 dove si trovavano il 15 agosto quando il governo di Ashraf Ghanio crollò sotto la spinta talebana. Una scelta politica e giuridica che spezza in due gli asset congelati: parte del denaro – 3,5 miliardi – tornerà in Afghanistan ma non nelle casse del regime che ha vinto la guerra. Gli altri 3,5 miliardi resteranno congelati in attesa che la magistratura americana decida sulla richiesta di 150 familiari delle vittime dell’11 settembre che vogliono che una parte dei fondi li ripaghi della loro sofferenza. I fondi congelati superano in totale i 9 miliardi di dollari: quel che resta oltre ai 7 in America si troverebbe soprattutto in Germania, Svizzera, Emirati e Qatar. Il contante “fisico”stampato su ordine della Banca centrale afgana si trova invece in Polonia.

I 3 miliardi per l’Afghanistan scongelati confluiranno in un fondo fiduciario per assistenza umanitaria ma tenendolo fuori la cassa dalle mani dei talebani. Ma la creazione del trust fund non sarà un meccanismo semplice perché la creazione di quel fondo e l’elaborazione dei dettagli legali potrebbero richiedere diversi mesi. Resta dunque lo schiaffo per il regime e un’attesa incerta sulla tempistica. La decisione garantisce una punizione ai nemici mentre riconosce il diritto ai cittadini americani di essere ripagati per la strage del 2001. Due piccioni con una fava.

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