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giovedì 24 aprile 2014

Rana Plaza un anno dopo

La foto è tratta dal JktGlobe
C'è una piccola fotografia che gira nelle redazioni dei giornali asiatici. E' del 2012 e raffigura un parlamentare dell'Awami League, il rampante Towhid Jung Murad, che bacia in testa Sohel Rana, il proprietario del Rana Plaza di Dacca, un palazzone malandato di otto piani più uno in costruzione che, la mattina del 24 aprile del 2013, implode su se stesso come colpito dall'urto di un terremoto. Uccide più di mille persone. Sohel, destinato nel giro di pochi giorni a cadere, come il suo palazzo, dalle stelle alla polvere, diventa il volto del cattivo accusato di strage ma, anche grazie a quella foto, emerge il dettaglio di un antico sodalizio tra e politici e speculatori, parlamentari e affaristi, “thug” (banditi) che la fanno franca grazie a chi dà una mano a far timbrare le carte. Anche quelle di palazzinari senza permessi, con materiali scadenti e una solerte rapidità edilizia che gode del grande boom che ha investito il Paese tanto da aver fatto del tessile la prima voce dell'export bangladese.

Oggi Sohel Rana però amici non ne ha più. Lui che era un giovane rampante attivista del braccio giovanile del partito al potere e che, grazie alle sue amicizie anche politiche, era diventato un ras di Savar, zona periferica della capitale, adesso fa i conti con inquirenti che sono andati a spulciare nei permessi, nelle licenze, nei pezzi di carta. Jung Murad, che un anno prima lo baciava in testa, è invece corso tra i primi sul luogo della tragedia: camicia verde ben stirata e piglio da consumato arringatore, lo si vede immortalato mentre, come un po' tutti han fatto, chiede giustizia per le vittime. Meglio tacere del fatto che Savar è il suo regno e che Rana era tra i suoi amichetti. Quella foto imbarazzante è del resto una delle tante che ha ricostruito i dettagli di quella tragedia, costata la vita a 1138 persone e che ha lasciato centinaia di malati e invalidi. Centinaia di famiglie senza impiego perché, dice oggi che lavorava al Rana Plaza, se hai quel marchio addosso non lavori più. Sohel pagherà per tutti?

138 morti, centinaia di invalidi, famiglie senza lavoro, un solo colpevole. In piazza chiedono la pena di morte per Rana Sohel. Ma l'unico colpevole è lui? I grandi marchi anche italiani intanto, come Benetton, Manifattura Corona,Yes Zeenon risarciscono