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lunedì 1 aprile 2013

KARZAI TORNA DA DOHA A MANI VUOTE?

Karzai è appena stato a Doha per parlare con l'emiro del Qatar. Scopo del viaggio: affari e processo di pace.



Tutto gira attorno al cosiddetto “ufficio” politico dei talebani, che i turbanti avrebbero dovuto aprire a Doha già un anno fa. E' noto che americani, inglesi e tedeschi si son dati da fare per incontrarli ma non sembra con grandi risultati. I tedeschi hanno anzi ottenuto un solenne rifiuto. E quanto agli afgani, non se ne parla. Mentre Karzai era a Doha, un portavoce talebano confermava che con lui e l'Alto commissariato di pace afgano (che accompagnava il presidente) non c'è spazio per colloqui, figurarsi per negoziati. I talebani, stimano gli osservatori, aspettano il dopo 2014, quando un governo fragile, senza più Karzai né l'appoggio degli stranieri, dovrà negoziare da un punto di debolezza. Ma Karzai non demorde. Probabile che abbia convinto l'emiro a non aprire l'ufficio sinché la guerriglia non adivenga a più miti consigli, probabile che per ora si accontenti di collezionare consensi, presentandosi come l'uomo della pace e quello che avrà messo alla porta le forze di occupazione, attribuendosi il merito dell'uscita di scena della Nato. Per ora mostra un volto tenero ai talebani (“non sono un ostacolo” ha detto) e al Pakistan cui non vuole negare un ruolo nel processo di riconciliazione. Ma come che sia, il presidente è tornato a Kabul a mani vuote. E gli americani restano un'incognita. Nonostante le relazioni, tesissime, si siano distese con la visita di Hagel e Kerry (nel giro di una settimana il primo viaggio dei nuovi titolari di Difesa ed Esteri in Afghanistan) sono loro il vero ostacolo nel negoziato coi talebani poiché tutti sanno, Karzai per primo, che Washington e la shura di Quetta vorrebbero trattare a tu per tu senza di lui. Ma molto di più non si sa. Si sa però che ora il presidente ha un altro asso in mano. Dopo varie schermaglie ha ottenuto il trasferimento dei detenuti afgani nelle carceri americane su suolo afgano (Bagram) sotto completa giurisdizione e tutela nazionale. Potrà quindi liberare quanti talebani crede e utilizzarli per trattare magari negoziando sull'ufficio di Doha pur di ottener almeno un segnale dalla guerriglia.

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