
Per tante ragioni non amo i reality (in realtà a chi ha scritto Mission il termine reality non piace e gli preferiscono il più tradizionale documentario), la prima delle quali risiede nel mezzo televisivo in sé che, per sua stessa natura, deve sempre costruire (come il cinema) perché una scena abbia un senso, non sia noiosa e anzi ben accettabile scenograficamente dal suo pubblico. La tele non è realtà per default, semmai una sua ricostruzione, come appunto sono anche i reality. Ma la tele esiste e la guarda un mare di gente. E' sacrosanto servirsene per un nobile fine. E se il reality funziona meglio perché c'è il principe o la soubrette, ben venga il reality con principe e soubrette.

Ora, io non sceglierei di farmi raccontare il Congo dal principe Emanuele Filiberto e nemmeno da Paola Barale. Ho un amico che lavora da quelle parti e mi sembra una fonte più affidabile. Ma il mio amico che share raggiungerebbe se ci raccontasse i drammi congolesi? Io di Mission posso fare a meno, ma quelle decine di migliaia di rifugiati no. Quelli hanno bisogno di share, di finanziamenti, di aiuti. Non solo di analisi. Ben venga Mission e tutti i reality del mondo.
Infine un'ultima mota: le due star (comunque coraggiose perché andar laggiù richiede coraggio) hanno i loro evidenti limiti. Ma il personale di Intersos e dell'Unhcr sa il fatto suo. Il valore aggiunto proprio sono loro (non le due star) che con poche e chiare parole spiegano il contesto. Un contesto che la maggior parte degli italiani ignora. Adesso invece due milioni di persone sanno dov'è il Congo, cose la Rdc, cosa c'entra l'Uganda, perché si muore e ci si ammala, perché si sceglie di bussare al cuore dell'Europa scappando dall'Africa. Forse il reality è l'arma del nemico con cui di solito si intorpidisce la coscienza dei telespettatori, ma in questo caso mi pare che usare l'arma del nemico sia stata una buona idea anche se io non prometto, visto che i reality non mi appassionano, di seguire anche la prossima puntata. Spero però che lo facciano tutti quelli che ne hanno parlato male ancor prima che Mission venisse trasmesso.
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