Mentre Islamabad ha finalmente deciso di rispondere positivamente all'invito di una visita a Delhi lunedi prossimo, nel Paese dei puri la guerra infuria.
I
talebani del Pakistan (Ttp) son tornati a farsi sentire nella
capitale dopo che da aprile (strage al mercato della verdura) la
città era in stato di massima allerta ma rimasta scevra da
attacchi terroristici. Mentre scriviamo non c'è una rivendicazione ufficiale, ma appare
abbastanza chiaro che le due esplosioni di stamane nel cuore della città
simbolo del potere, pur se hanno fatto poche vittime poiché sono
avvenute nelle primissime ore del mattino, sono la reazione a tre
giorni di intensi bombardamenti dall'aria e da terra accompagnati da
operativi di terreno nel Nord Waziristan, il cui bilancio supera le
ottanta vittime. Il governo chiarisce che non ci sarà tregua finché
il Ttp non annuncerà un cessate il fuoco e ha puntato gli obici principalmente sulle bande di
“stranieri” alleati del Ttp (soprattutto uiguri dell'East
Turkestan Islamic Movement o Etim, secessionisti del Turkestan cinese
che Pechino chiama Xinjiang e su cui Islamabad ha recentemente
ricevuto pressioni dal potente vicino). Ma la notizia importante di
oggi è un'altra.
Anche la stampa internazionale riporta con evidenza il fatto che il
premier pachistano Nawaz Sharif ha accettato di partecipare
all'evento che lunedi celebrerà l'insediamento di Narendra Modi a
primo ministro dell'Unione. Un passo importante e distensivo (da ambe
le parti).
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