Iniziata
domenica mattina, l'operazione Zarb-e-Azb - condotta con jet e truppe di terra (circa 30mila uomini)
dall'esercito pachistano - è entrata oggi nel suo secondo giorno di
attività: un operativo “globale”, come le Forze armate lo
definiscono, mirato a chiudere santuari e rifugi dei talebani
pachistani in Nord Waziristan dove hanno casa, oltre agli islamisti
del Pakistan, anche numerosi stranieri (soprattutto uzbechi) e gli uomini della Rete Haqqani, la fazione più radicale dei talebani
afgani. I morti, a stamattina, sarebbero almeno 120.
La
decisione, che mette per ora una pietra sul negoziato tra Islamabad e
il Tehrek-e-Taleban Pakistan iniziato a fatica mesi fa, sembra
dimostrare che Nawaz Sharif intende fare sul serio, anche se alcuni
osservatori esprimono scetticismo visto che proprio il Nord
Waziristan è stato, per anni, un rifugio sicuro per i gruppi islamisti
e fuori dalla rotta di jet e droni dell'aviazione pachistana (non di
quella americana che è intervenuta con i “senza pilota” anche in
questi giorni, dopo una lunga pausa coincisa con l'inizio del
negoziato). Quanto al Ttp, secondo il gruppo che fa capo a mullah
Fazlullah, i morti sarebbero però sopratutto civili.
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