Ancora sulla vicenda delle esercitazioni comuni tra esercito italiano e israeliano. Un articolo scritto per il manifesto
Il caccia che Alenia Aermacchi sta vendendo all'aviazione israeliana |
Sulle esercitazioni (chi insegnerà a chi?) il documento - che abbiamo potuto vedere - è parco di notizie ma dice che gli israeliani voleranno con caccia F15 e F16 su Capo Frasca (costa centro occidentale) assieme ad altri aerei (dagli Amx ai Mirage) di vari alleati dell'Italia. Sganceranno “artifizi” inerti - come si chiamano in gergo – che possono arrivare a 1 tonnellata di peso tanto che il documento allerta le capitanerie. La collaborazione con Tsahal – che se non altro almeno per motivi di “opportunità” appare del tutto fuori tempo e luogo - va dunque oltre il servizio appena reso dall'Alenia Aermacchi a Tel Aviv con la consegna, il 9 luglio scorso nella base aerea israeliana di Hatzerim, dei primi due velivoli da “addestramento avanzato” prodotti per la Israeli Air Force e che andranno a sostituire i TA-4 attualmente in servizio. Altri sei M-346 LAVI per la Iaf sono già in fase avanzata di assemblaggio finale mentre altri 5 velivoli sono nella fase di montaggio delle parti strutturali. Entro il 2016 è prevista la consegna dei 30 velivoli ordinati in totale.
La Sardegna ospita oltre il 60% delle “servitù militari” italiane (su un'area di 35mila ettari) e diversi centri e poligoni tra cui alcuni tra i più grandi d’Europa. Le polemiche sono in corso da tempo sia per motivi economici (danni al turismo) sia per motivi ambientali per la contaminazione, anche da sostanze radioattive, di una vasta area del territorio dell'isola che ospita strutture e infrastrutture di cui si serve, oltre alla Difesa italiana, anche la Nato: soltanto i poligoni sono sette, di cui quattro permanenti - Perdasdefogu, Capo Frasca, San Lorenzo e Teulada - e tre occasionali – Iglesias, Cagliari e Macomer. Nel 2006 il Comipa ha bocciato i progetti presentati dalle autorità militari per la realizzazione di una pista tattica a Quirra (sito già noto per il forte inquinamento ambientale), la costruzione di una recinzione a Macomer e l'imposizione di servitù militari a protezione dell'impianto di Serrenti e del Monte Limbara.
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