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Imran Khan dalle pagine del sito del Pti |
Il 14 agosto è in Pakistan il giorno dell'indipendenza, ricorda cioè quando, nell'agosto del 1947, il Raj britannico venne separato da Londra per creare appunto i due nuovi stati di India e Pakistan. Ma questo 14 agosto si è caricato di un nuovo significato da quando Imran Khan, a capo del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), ha convocato per quel giorno una marcia nazionale sulla capitale - "Azadi March" - allo scopo di
contestare i risultati elettorali delle ultime elezioni politiche da cui è uscito vincitore l'attuale premier Nawaz Sharif (Pml-N). Per ora Imran Khan
tiene duro e ha detto di non volerne sapere di negoziare prima della marcia, anche se in realtà in queste ore si tratta, più o meno pubblicamente. Una prova di forza per un partito che proprio alle ultime elezioni si è piazzato tra i primi tre del Paese? Possibile, visto che finore è stato il Pti a dare in questi mesi filo da torcere al governo di Nawaz.
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Tahirul Qadri |
Ma a complicare le cose ci si è messo anche Tahirul Qadri e il suo Pakistan Awami Tehreek (Pat) che per quel giorno ha indetto una "Revolutionary March" sulla capitale. Le due marce
correranno parallele perché muovono da punti diversi ma mirano in realtà allo stesso risultato: avere chiarezza sul futuro della democrazia pachistana secondo i due contestatori, minare la stabilità del Paese secondo i detrattori. Lo schieramento a favore e/o contro è disomogeneo ma è certo che i due partiti promotori godono di una vasto appoggio - politico e popolare - che può fare del 14 agosto un altro giorno memorabile ma anche un appuntamento che potrebbe trasformarsi in una giornata di violenze. Nawaz Sharif è seriamente preoccupato e per altro il governo, nel far di tutto per scongiurare la prova di forza, ha tirato in ballo anche l'ex dittatore Musharraf, accusandolo di essere dietro alla preparazione di una
stagione di caos (accusa che appare abbastanza peregrina).
La situazione è difficile e complessa e potrebbe trasformare il 14 agosto prossimo in un pessimo anniversario. Inoltre, per via dell'emergenza scattata con l'operazione
Zarb-e-Azb contro i santuari della guerriglia talebana, la capitale è praticamente sotto una sorta di stato d'assedio che conferisce alle autorità militari vasti poteri. E le due marce potrebbero raccogliere centinaia di migliaia di persone e dunque c'è anche il rischio di una carneficina (Qadri sostiene che 25mila suoi sostenitori sono in prigione e almeno 3mila sono stati feriti mentre centinaia di suoi sostenitori scomparsi. Altri ancora, anche
recentemente, sono stati uccisi in scontri con la polizia). Situazione da tenere d'occhio visto che mancano ormai un pugno di giorni, anzi di ore.
Se non bastasse, alla
frontiera con l'Afghanistan, la tensione è alle stelle con scambi di artiglieria che continuano da mesi.
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