Mentre
scriviamo non si sa ancora com'è andato l'incontro a Doha,
organizzato dall'organismo internazionale canadese Pugwash - di cui
è tra l'altro è segretario generale l'italiano Paolo Cotta Ramusino
- che vede faccia a faccia - spiega l'agenzia Pajhwok - una delegazione di otto talebani della
Shura di Quetta ed esponenti del governo afgano, come il capo
dell'esecutivo Abdullah o l'ex capo di stato Karzai (la delegazione
talebana è capeggiata da Sher Mohammad Abbas Stanikzai, ex ministro
della sanità dell'emirato), sempre che la notizia di queste presenze di rango sia confermata (secondo il Wsj partecipano solo membri dell'Alto consiglio di pace). Ma, va chiarito subito, non si tratta di
un passo negoziale concordato – come incautamente è stato
riportato ieri forse su suggerimento di Kabul - ma di un incontro su
invito di Pugwash, un organismo terzo (come per altro già avvenuto in passato a Parigi o in
Giappone e uno, secondo ToloNews, sempre a Doha nel 2012 organizzato sempre da Pugwash). Un seminario insomma. C'è però una differenza
sostanziale, ossia l'alto livello della rappresentanza afgana che si
gioca dunque la faccia oltreché una carta - che al momento pare
l'unica - per avvicinare gli inavvicinabili partner con cui vorrebbe
dialogare. I talebani hanno chiarito però che la delegazione
partecipa a titolo personale (il che appare una contraddizione) e che
alla fine verrà letto un comunicato. Non è un passo negoziale,
chiarisce il sito della guerriglia, e non si può parlare di processo
di pace.
Quel
che è certo è che qualcosa si muove. Non forse a Doha, sede dell'ufficio politico dei talebani, da dove
probabilmente la delegazione afgana tornerà con un pugno di mosche,
ma tutt'intorno. Tra i talebani - divisi e ora alle prese con Daesh
(da cui han preso le distanze con un comunicato che, senza citare il
califfato, condanna la recente strage di Jalalabad) e tra le varie
anime dell'opposizione armata (all'incontro partecipa anche l'ala
militare dell'Hezb-e islami di Hekmatyar). E succede qualcosa tra
Afghanistan e Pakistan dove, dopo anni di tensione, i rapporti
sembrano più distesi: Islamabad ha dichiarato definitivamente guerra
ai talebani pachistani, molti dei quali trovano rifugio in
Afghanistan, e in cambio di un aiuto di Kabul ha promesso una mano
per dissuadere i talebani afgani – da anni ospiti di rifugi sicuri
nelle aree tribali del Pakistan – dalla lotta armata.
Ma
di qui a una pace negoziata il passo è lungo. Per ora siamo ai
piccoli passi, di cui fa parte anche l'incontro di Doha.
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