Il Lockheed AC-130 macchina da guerra aerea |
Mentre
il bilancio del raid del 3 ottobre che ha interamente devastato l'ospedale di Msf
a Kunduz in Afghanistan è salito a 30 vittime, il Pentagono ha fatto sapere che il rapporto interno della Difesa americana (un'altra
inchiesta viene condotta dalla Nato e un'altra ancora dal governo di
Kabul) non è ancora pronto. Nel giustificare il ritardo, il
segretario alla Difesa Ashton Carter ha detto che il Pentagono vuole
un lavoro «fatto bene», in linea con l'assunzione di responsabilità
e trasparenza nei confronti delle vittime. Il rapporto, o quantomeno
le prime risultanze dell'indagine, erano attese entro questa
settimana, a quasi un mese ormai da quello che Washington e la Nato
hanno definito un «tragico
incidente» e Msf una patente
«violazione del diritto
internazionale umanitario». In
altre parole un crimine di guerra.
I
parenti delle vittime (staff e pazienti) intanto aumentano e forse potrebbero aumentare ancora: l'ultimo bilancio si deve al riconoscimento di cadaveri trovati tra le macerie dell'ospedale e resi irriconoscibili dal bombardamento dell'aereo da combattimento americano AC-130 che, all'alba del 3
ottobre, ha ripetutamente colpito il centro medico (il Lockheed
AC-130 è quadrimotore a turboelica impiegato come cannoniera volante
per attacchi sul terreno). Mentre Msf continua a chiedere
un'inchiesta indipendente, il ritardo nell'indagine interna non fa
intanto che aumentare l'irritazione dopo che, alcuni giorni fa –
col compito di raccogliere prove sui fatti – veicoli blindati con a
bordo militari americani e afgani sono penetrati nell'ospedale (dove
tra l'altro si trovavano alcuni responsabili di Msf), forzandone il
portone e distruggendo presumibilmente parte delle evidenze che i
soldati avrebbero dovuto indagare.
L'ospedale di Msf a Kunduz: da nosocomio a inferno di fuoco |
La
petizione lanciata da Medici senza frontiere a metà ottobre sul web
per ottenere un'inchiesta indipendente (attraverso la piattaforma
Change.org) ha già superato le 300mila firme ma l'organizzazione
medica vuole arrivare a 500mila: chiede al presidente statunitense
Barack Obama di consentire un'indagine autonoma e neutrale da parte
della Commissione d’inchiesta umanitaria internazionale (Ihffc),
l’unico organo permanente specificamente istituito per indagare le
violazioni del Diritto internazionale umanitario. Ihffc si è detta
disponibile ma sta aspettando luce verde sia dagli Stati Uniti sia
dal governo afgano.
Aggiornamento delle 16 del 25/10/2015
Aggiornamento delle 16 del 25/10/2015
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