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sabato 20 febbraio 2016

Libia: perché evitare una nuova guerra. Conoscenza, saggezza e buon senso di uno storico

Questa video intervista è stata registrata alla vigilia del seminario nazionale “Conoscere e spiegare le guerre dei nostri giorni” — che si tiene da stamattina al Centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano (Udine) — in cui verrà presentato un documento di analisi sui rischi di un conflitto in Libia frutto della riflessione di un gruppo di lavoro.

Nel video, realizzato col contributo di Alex Rocca per la Tavola della pace, lo storico Angelo Del Boca mette in guardia sul rischio di una “guerra a terra” per cui “non basterebbero 300mila soldati”.



La guerra area per altro – dice Del Boca – si racconta da sola ogni giorno per le vittime innocenti che comporta. Lo storico si augura che prevalga la cautela rispetto a quella che, nel caso di intervento unilaterale, si configurerebbe “come un’aggressione”. Quanto all’Italia, Roma dovrebbe astenersi dal conflitto e semmai sostenere la costruzione di un esercito e polizia nazionali: se ci dev’essere una guerra in Libia, “quella va fatta dai libici non da noi”. Senza contare il fatto che comporterebbe un “costo enorme di vite umane”.

Quanto al quadro politico, è difficile – sostiene lo storico che ha all’attivo 58 libri — che “anche in caso di un accordo tra Tobruk e Tripoli sul piano disegnato dall’Occidente” le cose restino in equilibrio. Nessuno infatti, come aveva fatto Gheddafi (“errore gravissimo abbatterlo”), riesce ora a “tenere unito un Paese con 140 tribù” che il regime tenne assieme per 42 anni. Del Boca ritiene infine che vada recuperato il ruolo del figlio di Gheddafi.

Al seminario di oggi intervengono  tra gli altri:
il missionario comboniano padre Kizito Sesana, il generale Fabio Mini; i giornalisti Eric Salerno, Roberto Savio, Raffaele Crocco (Atlante dei conflitti), Francesco Cavalli, don Pierluigi Di Piazza, Fondatore del Centro Ernesto Balducci di Zugliano; Flavio Lotti, Coordinatore Tavola della pace, Aluisi Tosolini, Coordinatore della Rete Nazionale delle Scuole di Pace; Loredana Panariti, Assessore all’Istruzione della Regione Friuli Venezia Giulia; Pietro Biasiol, Direttore Ufficio Scolastico Regionale FVG, Federico Pirone, Presidente del Coordinamento FVG Enti Locali per la pace e i diritti umani.

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