
"Continuo a monitorare da vicino gli sviluppi nelle discussioni sul disegno di legge sulla riforma del codice penale e ascolto le opinioni di varie comunità che esprimono obiezioni a diversi articoli del disegno di legge", ha detto il presidente in una conferenza stampa a Giava trasmessa in diretta sul canale BeritaSatu e ripreso dai giornali in indonesiano e in inglese. "Ho concluso che alcuni materiali richiedono ulteriori discussioni e ho quindi incaricato il ministro della Giustizia e dei diritti umani, a nome del governo, di trasmettere la nostra posizione alla Camera affinché la ratifica della legge sul codice penale venga rinviata". Una palla che passa ora nelle mani del ministro Yasonna Laoly che dovrà adesso mediare tra il presidente, la piazza e i membri del parlamento appena eletto.
A detta di Jokowi, molto attento agli umori della piazza ma anche un presidente che ha sempre cercato di affermare uno spirito laico meritandosi l’accusa di “non essere un buon musulmano”, ci sono almeno 14 articoli controversi che richiedono dunque ulteriori consultazioni tra il governo e gli estensori del disegno di legge ormai in dirittura finale. Se Jokowi è così attento alla vicenda non è comunque solo perché non vuol perdere la sua fama di riformatore. Il fatto è che la vicina Australia, partner commerciale importante e grande produttore di turisti, ha messo in guardia ufficialmente i suoi cittadini se la legge dovesse essere ratificata com’è ora: oltre alle relazioni extraconiugali tra sessi differenti, il rischio verrebbe infatti corso anche dalla comunità Lgbtq.
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