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giovedì 26 marzo 2020

La mossa "sovietica" di Washington

Adesso la famosa lista del governo afgano per i negoziati di pace intra afgani è finalmente pronta, dice Arg, il palazzo dove siede - contestato -  Ashraf Ghani. Si potrebbe dire che i soldi comprano tutto perché lunedì il governo degli Stati Uniti ha annunciato una riduzione immediata di 1 miliardo di dollari  nella sua assistenza all'Afghanistan per l'impasse politica nel Paese:  Mike Pompeo ha incontrato il presidente Ghani e Abdullah Abdullah a Kabul, insieme e separatamente, ma senza risultato e così Washington avverte  che un altro miliardo di dollari nel 2021 dovrebbe essere tagliato se la situazione non cambiasse. totale 2 miliardi di verdoni.

Questa vicenda mi ricorda una brutta storia. Dopo il ritiro dell'Urss dall'Afghanistan nel 1989 Washington e Mosca fecero un accordo: niente più soldi né al governo filosovietico di Najibullah e niente più fondi ai mujaheddin. A quanto si sa avvenne così. Quali furono gli effetti? I mujaheddin avevano gli Stinger e continuarono a ricevere soldi dall'Arabia saudita, dal Pakistan o dall'Iran. A Kabul invece il flusso di rubli si fermò e Najibullah smise di pagare gli stipendi ai soldati. Il suo esercito che, finché aveva ricevuto  un salario, aveva impedito la conquista di Kabul da parte degli integralisti islamici si sciolse come neve al sole e il suo regime crollò. Il resto lo sappiamo.

Gli Usa interrompono l'assistenza civile ma non probabilmente quella militare ed esiste un impegno - anche italiano - a pagare il salario per i soldati. Ma messo alle strette, benché Ghani si ostini a dire che il taglio non lo mette in difficoltà, la mossa potrebbe tradursi in una riduzione dei già magri salari a un esercito sotto stress. Tirate voi le somme.

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