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sabato 28 marzo 2009

OBAMA, L'AFGHANISTAN E IL GASOLIO

A Kabul hanno cambiato gli orari per i rifornimenti di gasolio da quando, di fronte all'ambasciata tedesca, un kamikaze si è schiantato contro un'autocisterna che tutti i giorni, alla stessa ora, andava a rinfilare carburante nei depositi della base americana dirimpettaia. A volte nemmeno l'intelligence più raffinata del pianeta arriva a pensare che la prima cosa da evitare siano orari e spostamenti fissi... L'effetto è che adesso il traffico cittadino è così intasato da provocare maledizioni costanti. La chiusura della strade del centro, per garantire gli approvvigionamenti di gasolio che mandano avanti frigoriferi o riscaldamenti, auto di servizio e generatori, ha fatto insorgere molti editorialisti. Possibile, ha scritto uno di loro, che in questa città ognuno possa decidere quando chiudere la strada pubblica per i suoi comodi?

Vista dalla strada, sia quella della capitale sia quella di un villaggio, l'annunciata svolta di Obama per ora non significa nulla. Se non che 21mila soldati in più, fossero anche “non combattenti”, saranno anche qualche migliaio di veicoli e autocisterne in più. “I sovietici – commentava con noi un cittadino della capitale – avevano il buon gusto di fare le caserme in periferia”. Noi invece abbiamo scelto il centro città. Che ormai, ma non per ecologismo radicale, si gira praticamente a piedi, tante strade sono ormai a traffico limitato e aperte solo se hai la tesserina magica.

Ma se la strategia tracciata da Obama, oltre a spingere sull'invio di nuovi soldati, sosterrà davvero un “processo di riconciliazione”, investimenti nell'esercito nazionale afgano e una migliore cooperazione civile (daremo soldi al Pakistan – ha detto – per ricostruire strade, scuole e ospedali), qualche effetto si potrebbe vedere. Nel dire che la vittoria non si ottiene dalla “somma delle bombe e dei proiettili”, Obama pensa di spingere, non sull'acceleratore di un “surge” all'irachena, armando milizie tribali locali, ma su quello di un maggior decentramento nelle capacità di spesa -e dunque di negoziato – dei governatori provinciali. Almeno così sembra. Strategia del consenso che potrebbe davvero nuocere ai talebani....

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1 commento:

Unknown ha detto...

Salve Emanuele, sarei curioso di conoscere la sua opinione rispetto all'apertura del tavolo delle trattative all'Iran, pensa che sia una apertura reale e sincera oppure una mera manovra attuata all'unico scopo di ammorbidire gli animi in vista delle elezioni iraniane? Questa apertura aiuterà sicuramente il partito d'opposizione moderato, ma in caso non sia sufficiente lei pensa che ci possano essere passi indietro nel caso di vittoria dell'attuale governo?
Lorenzo Master ODP Bolzano