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giovedì 14 maggio 2009

DONNE AFGANE


Quando un paio di giorni fa alla scuola Aftab Bachi di Mahmud Raqi, nella provincia di Kapisa, 84 studentesse si sono sentite male accusando i tipici sintomi dell'avvelenamento, il direttore scolastico, Abdul Gani Hedayat, le ha mandate subito a casa. Non solo i sintomi erano denunciati anche da undici maestri e tre inservienti dell'istituto, ma la direzione della scuola temeva che si trattasse di un avvelenamento da gas tossico per intimidire se non uccidere le giovani allieve: Abdul Gani Hedayat ha detto a un inviato del Guardian che dietro al fattaccio “ci sono i nemici dell'Afghanistan” e che era sicuro si trattasse di avvelenamento al cento per cento. In effetti è il secondo episodio di questo tipo nel giro di pochi giorni: è già successo a Parwan, la provincia vicina. E, sempre a Parwan, era accaduto anche a fine aprile quando alcune decine si studentesse erano state portate all'ospedale locale con la stessa sindrome.

Se si guarda una cartina dell'Afghanistan, Parwan e Kapisa sono a un pugno di chilometri a Nord di Kabul, non nelle aree tipiche del conflitto. Non di meno, si tratta di località ad alta infiltrazioni talebana. E se non sempre la guerriglia può combattere con le armi, ecco allora che utilizzerebbe altri sistemi per colpire le scuole femminili, una realtà che non piace agli islamisti. La casistica medica avverte (lo stesso Guardian riportava alcuni episodi accaduti negli Usa) che può trattarsi spesso di effetti psicologici: mal di testa, vomito – anche come fenomeno collettivo – causati da forte stress psicologico. Per dirla in altre parole, si sia trattato di gas tossici liberati ad hoc, o semplicemente di stress, tutto riconduce a una sola questione: la condizione delle donne in Afghanistan.

A sette anni dall'occupazione militare del paese e dalla cacciata dal regime oscurantista dei talebani, la condizione femminile continua a essere di una sofferenza endemica. Non dappertutto e non dovunque e, anzi, il settore scolastico, come rivelano i dati dell'Unicef, è l'unico ad aver fatto, in termini di accesso al servizio, grossi passi avanti e sarebbe anche l'unico, rivelano i sondaggi, in cui gli afgani stessi riconoscono una delle poche vittorie della cooperazione internazionale. Tutti, in effetti, costruiscono scuole in Afghanistan. Ma il problema non sta li...

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