
Il fuoco di fila lo inizia il ministro Frattini in mattinata dichiarando che «in un momento del genere, noi non sappiamo quale tipo di contributo l'Iran potrebbe dare alla nostra discussione di venerdì... è una questione di concretezza e pragmatismo». In seguito la Farnesina ha chiarito che si aspettava una risposta da Teheran sull'invito a partecipare al G8 dei ministri degli Esteri di Trieste e che «se entro oggi (ieri per chi legge) non ci sarà una risposta - spiegava il portavoce della “Casa” Maurizio Massari – interpreteremo questa non risposta con una non disponibilità a partecipare ». Inoltre, aggiungeva Massari chiosando il ministro “sarebbe difficile in questa situazione pensare che l'Iran possa portare un valore aggiunto all'esercizio sulla stabilizzazione dell'Afghanistan». Gli faceva eco l'ufficio del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran secondo cui – riferiva l'Ansa - l'Iran «non ha ancora deciso» se partecipare (e in effetti la decisione non è arrivata). Tutto in effetti rema contro.
«Credo davvero che sarebbe cosa giusta e saggia ritirare l'invito nei confronti dell'Iran», dice a Radio Radicale la vicepresidente del Senato Emma Bonino, facendosi portavoce di posizioni simili soprattutto nella maggioranza (Fiamma Nirenstein in primis). E se i membri della Ue dovrebbero pensare a convocare gli ambasciatori dell'Iran accreditati nelle rispettive capitali - suggerisce la presidenza di turno (ceca) da Praga - in Italia il centrodestra propone una manifestazione, ovviamente bipartisan (l'idea è del ministro Bondi), che già raccoglie le prime adesioni. Difficile per un governo mandare i suoi emissari in presenza della convocazione del suo ambasciatore e mentre il Palazzo italiano manifesta contro quello iraniano...
A sinistra si resta più cauti, forse continuando a pensare che, anche se molto delegittimato, il governo dell'Iran è, in Afghanistan, pur sempre un attore primario e del quale è difficile fare a meno. Solo Gianni Vernetti del Pd, proponendo uno scenario cileno, chiede di aprire la nostra ambasciata a feriti e oppositori perseguitati dal regime. Bildt che direbbe? Certe cose forse è meglio farle senza dirle. Questione di concretezza e pragmatismo, come ha detto Frattini.
Nessun commento:
Posta un commento