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sabato 25 luglio 2009

TRIBUNA POLITICA IN TV, MA SENZA KARZAI

Non c'è bisogno di scomodare Guy Debord per ricordarsi che la Tv è un'arma potente. Specie in campagna elettorale. Tanto potente da aver spesso sensibilmente modificato le percentuali di voto americane dopo i “faccia a faccia” tra i candidati presidenti o di aver, come in Italia, favorito dal nulla l'ascesa di Silvio Berlusconi. E non è solo un fenomeno da paesi ricchi: fece notizia il faccia a faccia che, per la prima volta nella storia dell'Iran, mise a confronto Ahmadi Nejad e Musavi col pallottoliere che, seppur inutilmente, sembrava essersi molto spostato dalla sua parte dopo il clamoroso confronto. Ma in Afghanistan, almeno per il momento, la neo era dei “face to face”, iniziata l'altro ieri sera con i primi candidati alle elezioni del 20 agosto, dovrà accontentarsi dei numeri 2. Il presidente Karzai, che insegue la riconferma per il suo secondo mandato (il terzo in realtà considerando l'interim dopo la cacciata dei talebani) ha detto no grazie. E anche se Tolo Tv, l'ideatrice dei faccia a faccia spera che non dia buca settimana prossima, un secco comunicato della presidenza, sostenendo che il capo dello stato aveva ricevuto l'invito in ritardo, sembra, almeno per il momento, aver chiuso la partita.

Tolo Tv è un'emittente privata che la vulgata vuole vicina all'Aga Khan, uno degli attori più potenti dell'economia afgana: gode di un'ottima fama non solo in Afghanistan e trasmette nelle due lingue principali su tutto il territorio nazionale e su satellite (alcuni suoi giornalisti hanno subito intimidazioni e persino attentati mortali.) Giovedi sera ha trasmesso in simultanea con Lemar Tv (altra emittente privata) e il canale Arman Fm (che si vuole vicino a uno dei due candidati invitati). Bocciata la possibilità che vi fosse Karzai, i tantissimi telespettatori afgani si sono dovuti accontentare di due figure “minori” ma di tutto rispetto: l'ex ministro degli esteri Abdullah Abdullah, uno dei consiglieri di Ahmad Shah Massud e tra i capi dell'Alleanza del Nord cui proprio Karzai deve in un certo senso le sue fortune (l'Alleanza appoggiò l'avanzata americana che cacciò i talebani nel 2001); l'ex ministro delle finanze Ashraf Ghani, considerato lo sfidante più pericoloso per Karzai. Dopo il dibattito a due – e in cui ha finito a far la parte del cattivo soprattutto l'attuale presidente – il loro punteggio è dato in risalita anche se non pochi osservatori ritengono che, tutto sommato, Karzai potrebbe benissimo farcela al primo turno.

Per la verità, direttamente con Karzai se l'è presa soprattutto Ashraf Ghani che ha attaccato lui e i suoi ministri senza risparmiare fiato e virulenza. Abdullah Abdullah invece ha preferito astenersi da un attacco frontale contro il suo ex alleato. Ha proposto un volto da moderato, da uomo di pace e riconciliazione nazionale anche se non ha risparmiato critiche alla coalizione militare occidentale, sia per quel che riguarda le vittime innocenti spazzate dai raid aerei, sia per i sistemi spicci della caccia al talebano casa per casa, due argomenti molto sensibili nelle aree del conflitto e utilizzati anche da Karzai durante il suo secondo mandato, specie quando aveva cominciato a temere che gli americani (che poi hanno fatto una tiepida marcia indietro) lo avessero mollato. Ha anche proposto la riconversione del sistema politico da presidenziale a parlamentare.
Quanto a Ghani, il Tremonti afgano, noto per la sua puntigliosità e verve polemica, l'ex ministro delle Finanze ha spiegato dettagliatamente il suo programma incentrato sullo sviluppo economico del paese ma senza dimenticarsi il problema sicurezza su cui ha molto criticato il governo che non saprebbe nemmeno, ha detto, quanti poliziotti ci sono a Kabul.
Entrambi hanno comunque biasimato la scelta di Karzai di dichiarare forfait.

In realtà il presidente sarebbe disposto a scendere a patti ma a due sole condizioni: la prima è che il dibattito si svolga solo a...”reti unificate” e cioè su tutti i canali tv del paese (14 privati e uno statale); la seconda è che il conduttore della tribuna politica dovrebbe essere un giornalista nominato dalla Commissione elettorale, non certo scelto da Tolo Tv un'emittente con cui Karzai si è scontrato più di una volta e che ritiene ostile.
La campagna elettorale comunque si muove e cambiano le alleanze. Diversi candidati hanno deciso di fare cartello e di far correre alla fine uno solo di loro e Nasrullah B Arsalaye, un altro aspirante, ha fatto sapere di aver scelto di uscire di scena in favore proprio di Abdullah Abdullah. Quanto avrà contato il piccolo schermo?

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