Nel giorno dell'annuncio dei risultati parziali delle elezioni afgane, che danno Karzai e Abdullah testa a testa sul filo del 40%, i talebani mettono a segno una strage a Kandahar, città che considerano una “roccaforte” del movimento guerrigliero di mullah Omar.
L'entità degli effetti causati in termini di vittime – un bilancio ancora provvisorio è di almeno trentasei morti e oltre sessanta feriti - probabilmente non era prevista, ma l'autobomba che si è scagliata contro gli uffici del Consiglio provinciale ha fatto più danni del prevedibile nell'incerta geometria degli attentati terroristici. La macchina, carica di esplosivo (ma fonti parlano di più esplosioni), ha infatti fatto collassare alcuni palazzi decuplicando l'effetto dell'attentato avvenuto poco dopo l'annuncio della Commissione elettorale. “Un terremoto”, dicono i testimoni dell'esplosione che ha danneggiato una sala per matrimoni, hotel ed esercizi commerciali in una città costruita soprattutto col fango ma dove gli edifici del centro hanno anche strutture di metallo e cemento. I feriti si contano a decine. Il rito sacro del Ramadan non ferma la carneficina.
E' il commento dei talebani ai risultati elettorali ma anche, oltre che una dimostrazione di forza nel pieno centro cittadino, l'ennesima strage di civili imputabile agli uomini in turbante che hanno scelto, nelle province di Kandahar ed Helmand, la linea durissima come ben dimostra il video trasmesso lunedi da Al Jazeera, in cui si vedono i talebani fermare pullman e taxi chiedendo ai trasportati di mostrare il dito eventualmente macchiato di inchiostro per poi punirli. E ieri sono stati prese di mira e danneggiati diversi seggi.
Quanto ai risultati elettorali, le parole per raccontarle devono essere state ponderate a lungo per fare un po' di luce – e riportare un po' di calma – nel clima tesissimo di Kabul, tra accuse di brogli e vittorie annunciate (soprattutto dall'entourage da Karzai). La Commissione elettorale, nella bufera dopo che su di lei si sono rovesciate tutte le accuse possibili, sceglie il tardo pomeriggio quando la gente lascia gli uffici e le notizie le commenta poi a casa, davanti al televisore. La notizia dell'attentato non è, in quel momento ancora arrivata. Col 10% dei voti scrutinati, e sostenendo che si tratta di un campione rappresentativo, La Commissione ha certificato che, per ora, Karzai è in testa col 41% dei voti, seguito a ruota da Abdullah Abdullah. Assai più indietro i rivali. Testa a testa dunque tra i due maggiori contendenti – il presidente uscente e il suo ex ministro degli Esteri - e giochi sospesi...
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