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giovedì 17 settembre 2009

KARZAI, IL VOTO E LA LEGGE "TALEBANA"



Martedi, l'ammiraglio Mullen, capo di stato maggiore dell'esercito americano, aveva detto davanti al Congresso, che il vero rischio per l'Afghanistan più che mullah Omar è un governo delegittimato. Non conosceva ancora i dati, “provvisori” ma ormai chiaramente definitivi, resi noti ieri che danno Karzai al 54,6%, la percentuale più alta raggiunta dal presidente uscente e ormai lontanissima dal rivale Abdullah Abdullah rimasto sotto al 28%. Ma Mullen forse già sapeva che l'Unione europea avrebbe dichiarato che qualcosa come un milione e mezzo di voti, un quarto delle schede infilate nelle urne, sarebbero “fraudolente”. Condizionale d'obbligo ma sufficiente a fare di Karzai un presidente assai debole. Mullen conosce probabilmente anche i termini di una nuova legge in discussione al parlamento – e di cui si discute animatamente nelle cancellerie – che Lettera22 ha potuto visionare: e che punisce con un anno di galera chi affitta un locale a una coppia non sposata e con una multa la donna che stringe la mano a uno sconosciuto. Una legge sulla morale di sapore “talebano”. Che, unita a un presidente eletto grazie anche a un milione di schede fraudolente, dipinge un quadro davvero a tinte fosche.

Il team elettorale di Karzai non ha esitato a definire “parziali, irresponsabili e in contraddizione con la Costituzione” le valutazioni emerse ieri dalla Election Monitoring Commission europea ma il presidente sa bene che nella comunità internazionale il malessere è palese. “Cosa farebbe lei – ci dice un diplomatico occidentale accreditato a Kabul – se nel suo paese venisse a sapere che una percentuale del voto è fraudolenta?”...

LETTERA22

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