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martedì 2 marzo 2010

POVOCAZIONE A TEATRO

Nel giorno dello sciopero dei migranti la provocazione dell'Hidden Theatre di Pontedera al Palladium di Roma


E' così difficile fare gli spettatori quando gli autori e gli attori chiedono al pubblico di intervenire in scena. Succede a teatro, al circo, nelle fiere paesane. Se tocca a voi vi sembra di subire una piccola violenza ma alla fine ci state – vi tocca starci - sperando di evitare la brutta figura. Ma “Ricordi lontani/Oggi” in scena ieri sera al Palladium di Roma per la regia di Annet Henneman (nell'immagine) è qualcosa di più e di peggio dell'ipnotizzatore che vi abbaglia o del prestigiatore che vi fa uscire un uovo dal collo della camicia. In questo spettacolo non siete invitati a partecipare: siete violentemente sbattuti in scena, siete la scena stessa.

Vi sbatacchiano urlando, trattandovi male, insinuandovi lo stesso dannato fastidio che avevate provato quando a scuola vi obbligavano a rifare la corda, quando in caserma vi ordinavano di andare in camerata, quando in collegio o in “colonia” (chi se le ricorda ancora?) dovevate fare la fila per la doccia e guai a chi sgarra. Ma non avevate ancora provato a essere clandestini. A essere fotografati contro un muro, a sentirvi richiedere una carta che non capite cosa sia, apostrofati con rudezza in una lingua che non è la vostra mentre perdete il contatto con vostra moglie o vostro figlio. Questi teatranti che giocano con la parte più intima di voi – la vergogna – vi fanno sentire dei burattini collettivi e la finzione funziona. Lo scopo è mettervi nei panni del lavavetri che avete appena evitato all'angolo o del magrebino cui avete concesso oggi pomeriggio una goccia di buon cuore da 20 centesimi. Essere l'uomo, la donna, che ha dovuto avere pazienza, restare in silenzio, non sapere se è sì o no, se si è stati più fortunati del compagno vicino.

Non c'è bisogno di essere picchiati a sangue, torturati o addirittura uccisi. L'umiliazione è una tortura a volte peggiore, più profonda perché, solo apparentemente, più civile. Così la piece centra l'obiettivo. E l'obiettivo siete voi che, strattonati fuori dal teatro mentre una cattivissima kapò vi urla di uscire, avete anche dimenticato la scarpina di cachemire sulla poltrona del Palladium.

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