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giovedì 27 maggio 2010

CALENDARIO AFGANO


Kabul vuole negoziare con la cupola talebana ma Washington è prudente. Gli americani sono per dare una spallata militare ai talebani, ma l'annunciata offensiva che ha per obiettivo Kandahar non convince Karzai. Sono le enormi difficoltà di una guerra da cui tutti vorrebbero uscire, ma in modi diversi.

Ci sono almeno tre passaggi importanti nelle prossime settimane che torneranno a far parlare dell'Afghanistan, al di là delle cronache di morti e attentati.
Il primo è la convocazione a breve della Jirga di pace, una assemblea tribale allargata sul modello della democrazia consultiva tradizionale del paese dell'Hindukush. Si tratta del primo serio tentativo di avviare un processo negoziale nel quale saranno coinvolte circa 14mila persone.

Un altro appuntamento è per la fine di luglio (il 20 se la data verrà confermata) e si tratta di una Conferenza dei ministri degli esteri di diversi paesi (non solo NATO, per intendersi), il cui compito sarebbe quello di dar seguito al vertice di Londra dello scorso gennaio. A ben vedere anche la Jirga è un po' figlia di Londra, in quanto in quella sede è stato creato un fondo di 160 milioni di dollari per favorire il reintegro dei guerriglieri che volessero abbandonare la lotta armata.

In mezzo c'è un terzo appuntamento che, benché largamente annunciato, una data precisa non ce l'ha. Si tratta dell'offensiva che, forte di oltre ventimila uomini, dovrebbe ripetere quanto l'operazione Moshtarak ha fatto nella regione dell'Helmand e segnatamente nel distretto di Marjah. Questa volta l'obiettivo è Kandahar, l'ex capitale dell'emirato talebano, capoluogo del meridione afgano e luogo fortemente simbolico sia per la guerriglia sia per la NATO.

Paradossalmente, mentre le due conferenze di Kabul – la Jirga di pace e l'incontro dei ministri stranieri – sono due passi nella costruzione del processo negoziale e nel tentativo di dare corpo a un nation building finora piuttosto fallimentare, queste iniziative si accompagnano alla maggior offensiva militare messa in atto in Afghanistan dal 2001. Un processo di pace dunque, fatto con una pistola alla tempia, e con un calendario che può apparire poco razionale...

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