"Emanuele Giordana è parte di quel variegato e vampiresco mondo di associazioni, organizzazioni non governative, ricercatori, accademici, giornalisti e operatori della comunicazione impegnati “nell’area afgana per la risoluzione dei conflitti”, cioè truppe civili di complemento nelle operazioni di predazione internazionale, flatulenze embedded dei criminali in divisa, spie di terza fila.... un giornalista-studioso-cooperante dichiaratamente a favore dell’intervento militare in Afganistan in salsa Isaf-Nato che si adopera nell’azione di pacificazione e ricostruzione di concerto con il democraticamente eletto governo Karzai e quelli che altrettanto democraticamente eletti che ci sono toccati in sorte alla guida dei nostri dicasteri degli Esteri e della Difesa"
Se la misura della propria notorietà è il numero di nemici, in una sola giornata me ne son fatti parecchi, tra cui questo signor Luigi che deve conoscermi assai poco. Il merito è di un post di Riccardo Chiaberge sul suo blog sul sito de Il Fatto dove ha recensito il mio recente libretto "Diario da Kabul" citando soprattutto il capitolo su Emergency. I lettori del suo post il libro non l'hanno letto e temo ne abbiano tratto delle frettolose conclusioni. La maggior parte ha risposto a Chiaberge con rabbia, taluni con livore. Altri ancora, come il signor Luigi, con offese che ne denotano una salda ignoranza perché, fortunatamente, tutto ciò che scrivo e ho scritto sull'Afghanistan è facilmente rintracciabile. Ma questo Luigi, come tanti assai più pacifisti di me, mi fanno una certa impressione. Altri mi hanno criticato con durezza ma non con violenza. Luigi si: un uomo di pace e contro la guerra che però vorrebbe vedermi appeso a Piazza Loreto perché - come scrive Chiaberge - ho parlato male di Garibaldi.
Nessuno è perfetto. tanto meno io ma mi si può augurare la morte per dissanguamento se capisco pena la sua contorta prosa? "Prendere le distanze da Emergency non serve, la risultante complessiva è un indebolimento delle capacità di suzione di sangue umano, che porterà presto alla loro dissoluzione, e primo fra tutti quel pezzo di “giornalista onesto” amico di Chiaberghe".
Ho scritto un post per il blog di Chiaberge rispondendo ad alcuni lettori (non certo al mio macellaio) e mi spiace se la recensione al mio Diario gli ha arrecato danno in qualche modo. A me no: mi fa pubblicità. Spero infatti che i livorosi vadano a comprare il mio libro se non altro per vedere quanto sono filo Isaf/Nato. Purtoppo a noi spie di terza fila pagano un basso salario. Ci tocca scrivere libri per campare. E se anche Luigi lo comprasse...sarebbe uno in più.
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