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martedì 31 maggio 2011

ATTACCO ALLA FORTEZZA ITALIA

Cosa sia esattamente accaduto ieri a Herat ancora non è ancora perfettamente chiaro. La dinamica resta incerta ma l'effetto c'è tutto. Un altra fortezza della Nato viene violata dalla guerriglia che vi penetra all'interno, attacca, uccide, ferisce. Uno schiaffo su cui a metà giornata fa il punto il ministro La Russa perché questa volta la fortezza Bastiani è italiana e l'attacco è stato portato al cuore della presenza civile-militare italiana in Afghanistan: il Provincial Reconstruction Team (Prt) di Herat.

Con una conferenza
stampa al Senato convocata d'urgenza il titolare della Difesa chiarisce che “i soldati italiani feriti sono cinque, di cui uno grave. Si tratta di un capitano, colpito all'addome. Le notizie però sono incoraggianti” dice, ma invita comunque alla prudenza: “...dobbiamo accendere un cero, poteva andare peggio”, conclude biblicamente. I cinque feriti, dice il ministro, sono stati evacuati e trasferiti a Camp Arena nell'ospedale militare spagnolo Role 2 e tra i feriti c'è anche un italiano del ministero degli Esteri, in stato di choc. Aggiunge che, nell'attacco, sono stati uccisi molti talebani e alcuni poliziotti afgani: un “attacco complesso, con un mezzo carico di esplosivo che ha investito il muro di cinta, seguito da attacchi dei ribelli con armi dai tetti delle case civili che circondano il Pr” mentre la guerriglia attaccava anche altri punti della città. Il bilancio complessivo degli attacchi, aggiornato da fonti sanitarie locali, è di almeno cinque morti e una trentina di feriti. A pagare, alla fine, sono come sempre i civili afgani...

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