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mercoledì 5 ottobre 2011

QUEL VIAGGIO INDIANO DI KARZAI


Il presidente afgano Hamid Karzai è in visita ufficiale in India. Routine? Non esattamente visto il clima che si respira nell'area in questi giorni. L'India sta giocando nel “nuovo” Afghanistan post talebano un ruolo da protagonista. In termini di cooperazione, Delhi ha già investito in progetti di sviluppo 2 miliardi di dollari e aperto una serie di consolati in diverse città del Paese. Ha costruito una strada che da Kabul porta direttamente in Iran e che consente di bypassare il Pakistan.

Tutto ciò ha irritato Islamabad che vede nell'India un nemico sempre pronto a tramare contro il Pakistan. Difficile dargli completamente torto. Ma la sensibilità pachistana rischia di aumentare in queste ore dopo che Delhi e Kabul avranno firmato un accordo di “partnership strategica”, termine che può dire tutto o niente ma che a Islamabad leggono nella versione più estesa: partnership militare. Idea confortata dall'offerta di offrire alla polizia afgana un training di livello curato dalle forze di sicurezza indiane.

Il Pakistan ha chiarito di non essere contro i progetti di sviluppo ma che un'interferenza militare non sarebbe accettata. D'altro canto Delhi ha le sue preoccupazioni, visto che l'assalto all'ambasciata indiana di Kabul nel luglio del 2008 fece 40 morti, che i talebani hanno dato la caccia ai suoi agenti di intelligence (con una strage che coinvolse anche un italiano) e che l'ambasciatore indiano a Kabul vive nel terrore di un attentato. Karzai tra l'altro ha appena accusato il Pakistan di fare il “doppio gioco” anche se, qualche giorno fa, dopo l'uccisione del suo capo negoziatore, l'ex presidente Rabbani, aveva detto di voler bypassare nel negoziato di pace mullah Omar per rivolgersi direttamente al Pakistan.

La verità resta nascosta da molti punti oscuri. In realtà Karzai sa di non padroneggiare un negoziato di pace che va avanti su altri binari, principalmente quelli che vedrebbero talebani e americani parlarsi, o tentare di farlo, direttamente. E il Pakistan, secondo alcuni osservatori, si avvarrebbe più o meno direttamente della rete Haqqani (una fazione talebana particolarmente sanguinaria) per fare pressione (attraverso un incrementando gli attentati) al fine di far includere Islamabad nel negoziato tanto da poterlo eterodirigere per assicurarsi un governo amico a Kabul.

La carta indiana di Karzai potrebbe essere giocata in questa direzione. Una strizzatina d'occhi a Delhi mira infatti a controbilanciare il potere del Pakistan ma anche a ridare un ruolo a Karzai che sembra aver sempre meno controllo su quanto accade nel suo paese. Al ritorno da Delhi, il presidente afgano convocherà una jirga, l'assemblea tribale che serve di solito a dare legittimità a quanto decide il presidente. In quella sede si vedrà qual è la sua nuova strategia.

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